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·15 November 2024

Inter, Marotta: “Essere presidente di questa squadra è come toccare il cielo con un dito”

Article image:Inter, Marotta: “Essere presidente di questa squadra è come toccare il cielo con un dito”

Il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta ha parlato durante un evento organizzato per la presentazione del libro di Severgnini.

Dichiarazioni Marotta

Queste sono le dichiarazioni di Marotta riprese dal profilo X di Daniele Mari:


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“Essere presidente dell’Inter è come toccare il cielo con un dito veramente. Mi porto dentro da sempre la voglia di vincere, mi considero ambizioso perché abbiamo tanto ancora da vincere. Abbiamo qualche sfizio ancora da toglierci: Istanbul insegna”

“Non sono un istintivo, cerco sempre di razionalizzare e rispondere. L’ho fatto anche qualche giorno fa con Scaroni, quando ho mostrato le due stelle per dire che a Milano c’è una sola squadra con due stelle”

“Barella cresciuto anche caratterialmente? Il lavoro nostro è quello di far crescere i giocatori non soltanto sotto l’aspetto tecnico. Nella sfera umana c’è anche l’intenzione di capire cosa rappresenta l’arbitro. Noi abbiamo inventato il ruolo del referee manager col quale i calciatori studiano anche l’arbitro. Dopo la designazione andiamo a vedere il designato come arbitra e che tipo di rapporto con i calciatori ha in campo. Barella magari in passato da quel punto di vista peccava, oggi è molto migliorato. Non studiamo solo l’avversario ma anche l’arbitro”

“Lo stadio rappresenta un investimento da un miliardo minimo. La burocrazia fa scappare gli investitori. Milan e Inter hanno volontà di costruire lo stadio, le ultime convergenze sono sul sito di San Siro. L’importante è superare le difficoltà burocratiche”

“Lo sport è competizione e cercare di arrivare più in alto del tuo avversario. Ritengo che una società come l’Inter, per storia, blasone e palmares non può dire che vuole vincere il campionato o la Champions ma deve partecipare sempre per vincere. Sento dire da altri ‘l’importante è arrivare nelle prime quattro’, ma non è così. L’importante è vincere. Poi, se non si vince benissimo, vuol dire che gli avversari sono stati più bravi. L’asticella però deve essere sempre alta. Così come se tratto un giocatore forte, un tentativo devo sempre farlo, poi magari non lo prendo perché non ci sono le condizioni. Dipende da noi: se saremo all’altezza, riusciremo a essere protagonisti. Senza paura”

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