Italia Norvegia, le tre cose che non hai notato del match delle Qualificazioni ai Mondiali 2026 | OneFootball

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·16 November 2025

Italia Norvegia, le tre cose che non hai notato del match delle Qualificazioni ai Mondiali 2026

Article image:Italia Norvegia, le tre cose che non hai notato del match delle Qualificazioni ai Mondiali 2026

Ecco le tre curiosità sulla sfida delle ore 20:45, Italia Norvegia: partita valida per la 10a giornata del girone di Qualificazione al Mondiale 2026

Ecco tre episodi minori significativi che emergono da una gara a due volti, con la differenza enorme che quello italiano ha prodotto la rete del vantaggio e quello norvegese si è tradotto in un poker umiliante

  • La gestione del cronometro norvegese e le critiche di Adani. Già nel primo tempo, la Norvegia, pur sotto di un gol, mostra un atteggiamento quasi da conservazione del risultato. Invece di costruire attivamente per pareggiare, inizia a palleggiare dietro più per placare l’Italia che per costruire davvero. Il pubblico norvegese, con gli olé, e il commento di Adani al 33′ (“Solbakken guarda il cronometro: stai tranquillo. È un po’ presto, mancano 8 gol…”) rivelano una mentalità insolita per una squadra in svantaggio. Questo episodio minore sottolinea la fiducia norvegese nella propria capacità di controllare il ritmo e, forse, la consapevolezza della fragilità italiana, preannunciando la reazione veemente e micidiale del secondo tempo, quando la Norvegia non solo pareggerà ma dilagherà, ribaltando completamente le intenzioni iniziali. Forse negli spogliatoi si sono detti che la storica qualificazione al Mondiale (mancava dal 1998) andava onorata diversamente
  • La macchinosità della costruzione dal basso italiana. Nel secondo tempo, dopo che la Norvegia ha iniziato con un piglio completamente diversorispetto al primo, l’Italia persiste in una costruzione dal basso che si rivela inefficace. C’è un momento significativo, quando si perdono opportunità di scarico e così per ben 3 volte si torna indietro ad appoggiarsi con Donnarumma. Questo solleva il dubbio: è un esempio di costanza, di metodo, di pazienza, di esercitazione o ci si dovrebbe preoccupare di tanta fatica nell’essere efficaci e parlare di macchinosità?. Questo episodio minore evidenzia una difficoltà strutturale nell’esprimere un gioco fluido e propositivo, che contrasta nettamente con le continue accelerazioni e gli “strappi” della Norvegia.
  • Il lamento di Politano. A un certo punto del secondo tempo, quando la partita è ormai sbilanciata a favore della Norvegia (già a segno per l’1-1), Politano va a chiudere su Nusa su lancio di Sorloth e si lamenta con i compagni. Questo gesto, apparentemente minore, è rivelatore. L’Italia non è più equilibrata e non ha le energie giuste per rispondere agli strappi della Norvegia. E da lì ci sarà il crollo finale, difficile da prevedere in queste proporzioni, ma evidentemente avvertito da qualche giocatore che stava correndo un po’ troppo per andare a tappare i buchi.
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