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·7 October 2024

Italia, Spalletti: “La parola d’ordine è continuità. Secondo me non si gioca troppo”

Article image:Italia, Spalletti: “La parola d’ordine è continuità. Secondo me non si gioca troppo”

Le parole, riportate da TuttoMercatoWeb, di Luciano Spalletti in conferenza stampa.

In conferenza stampa Luciano Spalletti ha parlato di diverse tematiche, dalle polemiche sulle troppe partite giocate al ruolo di determinati giocatori in nazionale.


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Le parole di Spalletti

Il campionato qualcosa le ha dato e qualcosa le ha tolto. Si riparte per consolidare l’impianto di settembre? “Sì. All’inizio c’era da cambiare qualcosa, ora la parola d’ordine è dare continuità. I nostri campioni hanno campito che sfruttare bene queste giornate azzurre gli fa bene anche per il futuro nella loro squadra. Ho visto che dopo aver fatto bene nelle gare di settembre i giocatori dell’Italia hanno fatto bene anche con la loro squadra. Il campionato poi dà sempre delle alternative, alcune le abbiamo viste qui. Poi ci sono gli infortuni che tolgono qualcosa, ma secondo me dipendono più dalla pressione psicologica che da cause muscolari. Stamattina li ho visti belli entusiasti e questo mi fa piacere, si va a giocare con fiducia”.

Spalletti sulla tematica infortuni

Visti i tanti infortuni gravi lei pensa che si giochi troppo? Conviene giocare così tanto? “Bisogna fare una diversificazione, ci sono squadre che non sono attrezzate e non hanno 25 giocatori come altre. Ci sono però squadre che hanno a disposizione 25 giocatori e viene permesso di giocare abbastanza frequentemente proprio per i giocatori che hanno. Poi il discorso va sempre lì: si trattano sempre alcuni giocatori come calciatori di seconda fascia e loro questa idea di commentarli così la subiscono un po’. Squadre come Inter, Juventus o Milan hanno calciatori a disposizione per giocare più partite, poi il livello di qualità a volte è al di sotto ma qui la fa la fisicità delle squadre, il modo di interpretare le partite. Un po’ tutti ormai sanno fare questo uomo contro uomo: a volte si va forte a prendere l’avversario alto, a volte si concede campo. Ciò che non va mai fatto è essere lunghi come squadra. Ci sono delle difficoltà a giocare contro queste squadre, ci vuole davvero qualità alta di gioco per avere la meglio. Per non si gioca troppo, per me bisogna essere attrezzati per giocare molto. Bisogna far giocare anche chi è dietro, far crescere tutti. Però quando non si fa risultato si dice che è colpa delle scelte, delle riserve, non si favorisce questa crescita. Se si continua a fare questi ragionamenti vuol dire restare attaccati a degli alibi: si può giocare spesso e fare un calcio di alto livello, è chiaro che poi vanno valutati anche gli avversari”.

Sulla convocazione di Pisilli

Pisilli in Nazionale dopo tutta la trafila, Daniel Maldini in Nazionale 22 anni dopo papà Paolo “Io a disposizione ho solo i colpi di Daniel e lui ha tante qualità, è un po’ il giocatore che ci manca. Ha la giocata bella incantevole e poi regge botta nei contrasti, sa metterti il naso davanti e poi diventa difficile riprenderlo. Sa giocare benissimo con le spalle alla difesa avversaria: a volte si assenta dal gioco ma io vedendolo giocare con continuità gli ho trovato una crescita abbastanza importante. Vediamo che effetto gli fa essere qui questa settimana, sono convinto che stare qui possa creargli cose belle dentro in grado di creare giocate d’arte. Lo si stimolerà a essere più continuo perché a volte esce dal gioco, ci parlo volentieri perché mi sembra abbia possibilità importanti. Pisilli a vederlo mi sembra proprio un bel centrocampo, sa fare entrambe le fasi ed è uno che arriva. Mi diceva De Rossi che nelle partitine è uno che fa sempre gol, arriva sempre. Ha frequenza, ha energia. E’ uno che sa fare un po’ tutto, può far parte della nostra nuova storia. Penso che anche lui meritasse di venire qui con noi e ora ci renderemo conto. Queste prove dobbiamo farle in questa maniera qui: per ora voglio portare solo 23 calciatori, non voglio avere due giocatori in più che fanno sentire a 5-6 di poter restare fuori. Oggi abbiamo 15 giocatori che svilupperanno un po’ di allenamento, gli altri faranno defaticante. E se ci fosse il bisogno domani siamo ancora nelle condizioni di poter prendere qualcuno”.

I ruoli di Chiesa, Zaccagni e Zaniolo per Spalletti

Per Chiesa e Zaccagni in questo modulo porte un po’ meno aperte? “Un po’ sì, un po’ no. Zaccagni ieri ha fatto un gol da seconda punta. Chiesa nella Juventus di Allegri ha spesso giocato in quel ruolo lì e io lo vedo in quel ruolo. C’è bisogno che capisca determinate cose, ma secondo me lo può fare. Zaniolo con Gasperini fa la seconda punta ed è dentro il campo. Basta vedere che hanno piacere a stare dentro, non hanno il timore di sentire il fiato del difensore dietro il collo. Perché quando giochi esterno è diverso, hai una prospettiva diversa e ti rendi sempre conto di ciò che sta per avvenire. Stare dentro qualche volta vuol dire perdere di vista il difensore e ci vuole qualche caratteristica in più. I giocatori citati lo sanno fare e a casa abbiamo lasciato diversi ipotetici convocati: Maldini e Pisilli li porto dentro nei 23 perché voglio vederli nella convinzione di poterli vedere in campo, far parte di una partita della Nazionale a poter fare la differenza”.

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