Italiano: “Abbiamo le nostre chance, dovremo essere liberi, spensierati e felici. Un merito arrivare in finale, ora vogliamo dare a Bologna una grande gioia” | OneFootball

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Zerocinquantuno

·13 May 2025

Italiano: “Abbiamo le nostre chance, dovremo essere liberi, spensierati e felici. Un merito arrivare in finale, ora vogliamo dare a Bologna una grande gioia”

Article image:Italiano: “Abbiamo le nostre chance, dovremo essere liberi, spensierati e felici. Un merito arrivare in finale, ora vogliamo dare a Bologna una grande gioia”

Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa allo stadio Olimpico di Roma dal tecnico rossoblù Vincenzo Italiano alla vigilia di Milan-Bologna, finale di Coppa Italia Frecciarossa in programma domani alle 21.

Clima ideale – «Viviamo questo momento con grande entusiasmo, quello che ci ha accompagnato nel percorso di Coppa Italia: c’era il Dall’Ara gremito per la semifinale di ritorno e domani avremo tanta gente che ci sosterrà per provare a fare una grande gara. Dopo cinquantun anni il Bologna torna a disputare una partita così importante, e tutti insieme insieme cercheremo di fare un altro passo verso la storia, consapevoli di affrontare una squadra piena di campioni ma con la voglia di giocarci le nostre chance: secondo me ne abbiamo».


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È solo l’inizio – «Nelle ultime stagioni il Bologna sta continuando a crescere: grazie a Saputo si cerca di migliorare anno dopo anno, e dal campo arrivano sempre conferme sulla bontà del percorso».

Piedi per terra – «Avevo detto basta ai fioretti, se dovesse succedere questo miracolo ci penserò dopo (sorride, ndr). Qualcosa organizzeremo, ma ora è il momento dell’attenzione e della concentrazione: domani avremo tutto il giorno per puntellare e aggiustare qualcosina, poi si vedrà, l’aspetto primario sarà giocare a testa alta».

Di nuovo il Milan – «Loro sono più abituati a questo tipo di partite, noi un po’ meno: in questa stagione hanno già alzato un trofeo, mentre il Bologna non lo fa da tantissimi anni. In ogni match, però, si riparte da zero, e lasciamo perdere ciò che è accaduto venerdì, quando abbiamo staccato la spina solo quindici minuti. Domani proporremo qualche giocatore diverso, e credo anche loro: dovremo giocare liberi, spensierati, con felicità e senza avere rimpianti».

Voglia di festeggiare – «Questa è la mia settima finale, e credo che arrivarci sia un grande merito. Disputare le finali è bello perché ci si arriva tramite un percorso in cui batti squadre forti e magari riesci anche a stupire: la nostra presenza qui non era in programma, abbiamo fatto qualcosa di superlativo. Le finali si giocano per vincerle, certo, ma già arrivarci è una soddisfazione: in carriera sono a tre vittorie e tre sconfitte, se domani i ragazzi vorranno farmi un regalo se sarò ben felice (sorride, ndr). In ogni caso è già bello vedere lo sguardo dei miei calciatori, il modo in cui stanno preparando la partita, l’affetto della gente: vogliamo dare ai tifosi una grande gioia».

Pilota automatico – «Prima di San Siro mi chiedevate se affrontare il Milan in un doppio confronto potesse essere positivo o meno: sono convinto che domani ripartiremo sì da zero, ma cercando di capire quali errori abbiamo commesso in quel quarto d’ora finale e cosa invece abbiamo fatto bene prima. Ogni volta che abbiamo sbagliato, siamo stati capaci di reagire ed esprimerci al massimo delle nostre capacità: sono sicuro che domani ci saranno percezione del pericolo, attenzione e sacrificio, senza neanche bisogno dell’allenatore. Infatti ai ragazzi ho detto che se domani io starò a casa, loro comunque scenderanno in campo dando il massimo: hanno voglia di primeggiare, crescono continuamente e questa finale è un grande premio per ‘Lollo’ (De Silvestri è al suo fianco in conferenza stampa, ndr) e i suoi compagni».

Avventura emozionante – «Da quando sono arrivato a Bologna è stato un susseguirsi di emozioni: partendo da Valles, con qualche difficoltà, e crescendo pian piano. Il rapporto e il modo di ragionare sono cambiati, via via abbiamo ottenuto risultati e un costante miglioramento. Non avevo mai visto una tale coesione in un gruppo: chi gioca fa bene, chi subentra anche meglio. Le parole che ho pronunciato stamattina al Quirinale erano dettate dal cuore, le emozioni vissute quest’anno mi hanno spinto a mostrare al presidente della Repubblica cosa significherà domani la finale di Coppa Italia per tutta Bologna. Abbiamo reso felice un’intera comunità: i più anziani hanno visto questo club vincere trofei, i miei coetanei forse non hanno nemmeno mai assistito a sfide del genere. Dovremo pertanto essere da esempio e mostrare tutto il fair play possibile: che sia un bello spettacolo e che vinca il migliore».

Il peso della Storia – «Una volta in campo bisogna pensare solo a giocare, non al passato o a ciò che sta attorno alla partita. Bisogna metterci qualità e cinismo, specie nelle due aree, e alzare al massimo la percezione del pericolo: al fischio d’inizio ti dimentichi il contorno e quello che c’è in palio, sai solo di dover dare il massimo su ogni palla, in ogni duello. I ragazzi sanno che contano tanto l’umiltà e lo sbagliare il meno possibile: affronteremo una squadra che sulla carta è più forte di noi, per pareggiare il livello dovremo andare forte».

Ultimi dubbi, ultime scelte – «Per quanto riguarda Castro, il dolore al piede sembra scomparso. Il problema è che non gioca novanta minuti da due mesi, quindi non so che autonomia possa avere dall’inizio ma so quella che può avere se dovesse subentrare: voglio pensarci bene perché non possiamo sbagliare, ma su ‘Santi’ è solo questione di minutaggio che manca. Poi sono rientrati anche i vari Holm, Ndoye e Odgaard, e dovremo gestire anche il loro impiego».

Si muove la città – «Sarà emozionante vedere tutti quei tifosi bolognesi sugli spalti dell’Olimpico, siamo riusciti a regalare ad una città intera un’altra partita importante dopo tantissimi anni: in città si sta vivendo qualcosa di inspiegabile, si sente proprio che c’è un’attesa incredibile. Domani fin dal calcio d’inizio dovremo pensare ai 29 mila ‘animali’ rossoblù che saranno affamati come noi per portarsi a casa il trofeo: mi dispiace che non potranno entrare in campo ma li sentiremo, hanno una voglia enorme di starci vicino».

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