
Zerocinquantuno
·1 October 2025
Italiano: “Su di noi grandi aspettative, serve più qualità per alzare il livello. Vedo analogie con la scorsa stagione, i nuovi arriveranno”

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·1 October 2025
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Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate nel pomeriggio in conferenza stampa allo stadio Renato Dall’Ara dall’allenatore rossoblù Vincenzo Italiano alla vigilia di Bologna-Friburgo, gara valida per la 2^ giornata della fase campionato di UEFA Europa League in programma domani alle 18:45.
Pericolo tedesco – «In questi giorni abbiamo analizzato la prima partita giocata dal Friburgo contro il Basilea e lavorato sulle indicazioni emerse. In casa sono una squadra molto temibile, fuori non so quale sarà il loro approccio, ma hanno giocatori di ottima caratura tecnica e sono molto organizzati. In generale il nostro percorso in Europa League è tosto e dobbiamo cercare di alzare il livello per avere la meglio su avversarie di valore».
Il Bologna oggi – «Dobbiamo crescere e migliorare sotto ogni punto di vista. Ci sono grandi aspettative nei nostri confronti e bisogna cercare di essere più qualitativi: di recente abbiamo alzato la qualità del palleggio e il numero di tiri in porta, ma dietro concediamo ancora troppo dietro. Nel corso dei mesi aumenteremo l’intesa e la condizione, e le prestazioni ne trarranno beneficio».
Due partenze pesanti – «Togliere due giocatori importanti (Beukema e Ndoye, ndr) da uno scacchiere organizzato come il nostro, nel quale la squadra aveva trovato quell’alchimia e quell’equilibrio che ci ha permesso di arrivare fino in fondo, non è cosa da poco. Ma non dimentichiamoci che all’inizio sia Sam che Dan ci hanno messo un po’ ad entrare in sintonia col gruppo, e in seguito la squadra è sbocciata. Quest’anno siamo sulla stessa lunghezza d’onda e sono convinto che la base ci sia: con un po’ di tempo, pazienza, fiducia ed entusiasmo sono sicuro che pure gli ultimi arrivati faranno bene. Ho parlato proprio di questo coi ragazzi: siamo tutti chiamati a dare di più. Per me è uno stimolo cercare di inserire i nuovi acquisti, e vedo molte similitudini con la passata stagione».
Rowe merita fiducia – «Non so cosa vi aspettavate voi, a me il suo primo tempo a Lecce è piaciuto: esordiva dal primo minuto in una trasferta difficile e in genere occorre tempo per ambientarsi, pertanto non mi aspettavo nulla più di quanto ho visto. Non si può avere tutto e subito: per me tra qualche settimana farà gol, ridurrà gli errori, perderà qualche pallone in meno e alzerà la qualità. Serve solo pazienza, ma sono certo che arriverà».
Aspetti da aggiustare – «Avendo a disposizione pochissime sedute di allenamento e non potendo quindi approfondire troppo i dettagli, dobbiamo andare a richiamare quelle situazioni su cui non siamo al 100%, come le palle inattive e la fase difensiva negli ultimi venti metri. Una pillola di questo e una pillola di quello ogni tanto, un po’ alla volta dovremmo riuscire a sistemarci. Ora per esempio stiamo lavorando sulle chiusure preventive e sui duelli individuali, già siamo cresciuti sul possesso e sul numero di conclusioni in porta».
Un copione già visto – «Un anno fa dopo il mio arrivo se ne sono andati cinque titolarissimi, e per i nuovi le difficoltà iniziali emerse nell’applicare ciò che io e lo staff chiedevamo erano normali. Siamo passati attraverso gli errori, pedalando a testa bassa e superando tanti pareggi e una brutta sconfitta a Napoli. In questa stagione la situazione è analoga: sono andati via altri due giocatori importanti, ma sono certo che pian piano arriveremo allo stesso livello: Heggem e Vitik cresceranno, il mancino di Bernardeschi farà la differenza, l’uno contro uno di Rowe sulla fascia ci darà soddisfazioni, Immobile si riprenderà e ci darà una mano in termini di gol».
Con le ali si può volare – «Al termine di ogni allenamento Dan (si parla di un possibile erede di Ndoye, ndr) arrivava con le sagome in mano e iniziava a perfezionare il suo tiro in porta, talvolta rischiando anche di infortunarsi. Qui l’applicazione c’è da parte di tutti, ma a fare la differenza è la fame di arrivare. Vlahovic aveva la stessa fame e alla fine delle sedute si fermava a calciare in porta. Dan aveva fatto quel passaggio mentale, e così è riuscito a diventare il giocatore che avete visto nella passata stagione. Occorre mettere nel proprio bagaglio qualcosina in più oltre al normale compito di applicazione: i nostri esterni devono essere degli attaccanti aggiunti».
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