Calcionews24
·12 June 2025
Javier Pastore: «Con Gasperini e Ranieri la Roma può lottare per lo scudetto. A Trigoria il mio unico rimpianto. Luis Enrique ha questo merito. E il Pallone d’Oro lo darei a questo giocatore»

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·12 June 2025
Ci sono giocatori che si misurano in gol e trofei, e altri che si misurano in attimi di pura bellezza, capaci di fermare il tempo: Javier Pastore, per tutti “El Flaco“, appartiene indiscutibilmente alla seconda categoria. Un fantasista argentino dall’eleganza quasi anacronistica, un numero 10 d’altri tempi che ha fatto innamorare gli appassionati con la sua classe cristallina e il suo passo felpato. La sua carriera è un viaggio partito dall’esplosione con la maglia dell’Huracán, passato per la magia di Palermo che lo ha consacrato come uno dei talenti più luminosi della Serie A, e culminato nel suo ruolo di prima, iconica stella del Paris Saint-Germain dell’era qatariota.
Lì, tra giocate sublimi e lampi di genio, è iniziata la sua lunga e tormentata battaglia con un corpo troppo fragile per sostenere un talento così immenso. Gli infortuni hanno segnato il suo percorso, soprattutto nella sfortunata parentesi alla Roma, lasciando negli occhi dei tifosi la nostalgia per ciò che avrebbe potuto essere. Per raccontarsi tra passato, presente e futuro, oggi ha parlato col Corriere dello Sport.
IL LEGAME CON PALERMO – «Lo seguo sempre, è stata la mia prima squadra in Europa e Chiara è di Palermo, ovvio che tifi per loro. Mi aspettavo qualcosa in più dai playoff a dir la verità, ma spero tornino presto in Serie A. In me avranno sempre un sostenitore, senza dubbio».
GASPERINI E LA “SUA” ROMA – «Allenatore molto bravo, conosce tantissimo il calcio italiano, può fare bene a Roma. Ha carattere, impone il suo gioco, la sua visione del calcio e a dir la verità penso anche che la squadra della Roma, intesa come gruppo, sia importante. Con lui e con Ranieri la Roma si può giocare il campionato e tornare nelle zone alte della classifica, dove merita di stare. A Roma ho trascorso anni belli fuori dal campo, mi è sempre dispiaciuto arrivare a Trigoria e non dare quello che avrei voluto».
LUIS ENRIQUE CREDE IN QUEL CHE FA – «Esattamente. Luis sa come arrivare alla squadra, i giocatori credono in quello che dice, è una persona magnifica e nessuno ne parla male, dai calciatori a tutti i dipendenti. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, è veramente una persona vera e onesta ed è un grande allenatore perché è vero che i giocatori del Psg hanno talento, ma lui gli ha tirato fuori una forza incredibile».
L’ADDIO DI INZAGHI E LA STAGIONE NERAZZURRA – «Scelta personale, si pesano tante cose. Ma mi è dispiaciuto sentir parlare di stagione negativa, l’Inter è stata in corsa per tutto fino alla fine. Da calciatore ne avrei voluti vivere cento di anni così».
L’EMOZIONE DELLA CHAMPIONS VINTA DAL PSG – «Tanti pensieri, tante cose belle. Quando nel 2011 ho firmato a Parigi il presidente mi ha detto che voleva vincere la Champions. Era il suo sogno e sono fiero che ce l’abbia fatta. Sono stato felice per tutti loro, partecipare alla cerimonia mi ha fatto sentire bene e vedere il presidente citare tutti noi che negli anni abbiamo giocato lì è stato meraviglioso. Ma non è stata una sorpresa, lui mi ha sempre scritto: “Grazie per essere venuto per primo da noi”. Io so che persona è».
IL PALLONE D’ORO: DEMBELÈ O YAMAL? – «Credo che Dembelè abbia fatto una stagione strepitosa e penso che abbia un punto in più rispetto a Yamal. Ma certo a 17 anni che campione lo spagnolo…».
DONNARUMMA, UN PORTIERE CHE FA LA DIFFERENZA – «Fa veramente la differenza, se quest’anno il Psg ha vinto tutto è stato perché ha avuto un portiere incredibile. Ma nel calcio di oggi conta chi fa i gol, non chi li salva. Però ecco, Gigio è stato pazzesco e avere un portiere del genere in squadra ti aiuta. Ti porta punti e trofei».