Juve Reggiana: le virtù e i difetti sono quelli di sempre? Presto per capirlo ma alcune indicazioni sono interessanti | OneFootball

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·3 August 2025

Juve Reggiana: le virtù e i difetti sono quelli di sempre? Presto per capirlo ma alcune indicazioni sono interessanti

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Juve Reggiana: l’analisi di Paolo Rossi dell’amichevole. Le virtù e i difetti sono quelli di sempre? Ecco tutte le indicazioni

Un pareggio estivo che lascia in eredità più domande che certezze, com’è del tutto logico e normale che sia. Il 2-2 contro la Reggiana, nella prima uscita stagionale, non va drammatizzato (ci mancherebbe altro!), ma analizzato con la lucidità che si deve a un cantiere ancora aperto. La domanda, dopo novanta minuti a due facce, è una sola: questa Juventus, che probabilmente si pensa anche ricca di talento e di una certa “autostima tecnica”, saprà trasformare il suo potenziale in un gioco efficace e continuo? Oppure resterà prigioniera di un autocompiacimento a tratti sterile e di fragilità difensive che sembrano un’eredità difficile da estirpare? In altri termini, molto difficili da capire per una rosa che ha bisogno di innesti nuovi: virtù e difetti sono quelli di ieri o ci sono, in entrambi gli ambiti, della novità?

Il primo tempo di Tudor ha mostrato sprazzi della Juve che vorremmo. Un possesso palla ragionato, a tratti quasi ipnotico, con novità tattiche interessanti: un Bremer in versione “regista arretrato”, bravo a impostare e a cambiare gioco con precisione; un Koopmeiners più basso e al centro della manovra, a toccare un’infinità di palloni; un Miretti intelligente nel ruolo di trequartista, sempre pronto a stoppare e girarsi per creare gioco, corridoi, possibilità di sviluppo. La squadra ha mostrato una convinzione diffusa e una sistematicità nel possesso, forse un’eredità del gioco di Thiago Motta, che però, come spesso accade, si è tradotta in una certa superficialità in alcuni appoggi troppo deboli. Troppi giocatori, da Nico González a Conceição, hanno la tendenza a tenere palla un tocco di troppo, non premiando gli inserimenti dei compagni e rendendo la manovra prevedibile. Non è un caso che il gol del pareggio di Conceição sia arrivato quando finalmente si è accelerato il tempo di battuta e non solo da parte di chi ha effettuato il tiro.


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Ma è la fase difensiva a destare le maggiori preoccupazioni. Entrambi i gol subiti sono stati “imbarazzanti”. Il primo, di Girma, nasce da un errore in costruzione dal basso di Kalulu, una disattenzione grave che ha spalancato la porta alla Reggiana. Il secondo, di Gondo, è figlio di una “dormita” collettiva del reparto arretrato, con Rugani e Djalò che si sono persi l’uomo alle loro spalle.

La ripresa, con l’undici completamente rivoluzionato, è apparsa ancora più “scollegata”, con tanta approssimazione in fase di non possesso e una circolazione di palla più lenta.Certo, si sono visti anche segnali positivi: il gol di Vlahović da calcio d’angolo, sperando sia un segnale di inversione di tendenza rispetto alle medie molto basse sulle palle inattive della scorsa stagione; la personalità di Yildiz, sempre più a suo agio nel proteggere palla; e la solita, dominante spinta di Cambiaso, che le stagioni tende a iniziarle con il piglio gusto Ma il bilancio finale è quello di una squadra che crea molto ma concretizza con fatica, e che dietro concede ancora troppo. È solo un’amichevole d’agosto, ma per Tudor le indicazioni su cui lavorare sono già chiarissime.

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