La multiproprietà colpisce ancora: aspettando il caso Crystal Palace, la UEFA esclude il Drogheda United | OneFootball

La multiproprietà colpisce ancora: aspettando il caso Crystal Palace, la UEFA esclude il Drogheda United | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·18 June 2025

La multiproprietà colpisce ancora: aspettando il caso Crystal Palace, la UEFA esclude il Drogheda United

Article image:La multiproprietà colpisce ancora: aspettando il caso Crystal Palace, la UEFA esclude il Drogheda United

Articolo a cura di Alberto Porzio, Managing and FoundingPartner dello studio LegisLAB, e di Gianluca Medina, Senior Associate dello studio LegisLAB.

In questi giorni si decide il destino europeo di diversi club nella prossima stagione e, di nuovo, l’ago della bilancia è costituito dalle regole sulla multi-club ownership (MCO). Tra le squadre in bilico c’è il Crystal Palace, che, dopo aver conquistato l’accesso all’Europa League vincendo la FA Cup, è finito sotto la lente UEFA essendo di proprietà della Eagle Football, la stessa holding che controlla il Lione, anch’esso qualificato in Europa League. Inoltre va considerata la titolarità da parte dell’investitore David Blitzer delle quote dei danesi del Brondby, qualificato alla Conference League.


OneFootball Videos


Gli effetti per le decisioni della giustizia sportiva riguardano anche piazze più piccole: a poche ore dal sorteggio per i preliminari di Conference League, il CAS ha rigettato il ricorso del club irlandese Drogheda United, che si era qualificato alla prossima Conference League come il danese Silkeborg. Entrambi i club sono riconducibili al Trivela Group e il Tribunale Arbitrale dello Sport ha confermato l’esclusione del Drogheda United proprio a causa della violazione delle norme UEFA in materia di MCO.

Tra incertezze, speranze e battaglie legali, è utile ricordare che l’articolo 5 dei regolamenti delle competizioni UEFA vieta le situazioni in cui due o più club risultano essere assoggettati al medesimo “controllo” o “influenza decisiva” sulla base di taluni criteri, nonché quanto già accaduto nel recente passato. Sul finire della scorsa stagione, la UEFA Club Financial Control Body (CFCB) aprì un procedimento disciplinare riguardo ai casi relativi ai club Girona e Manchester City (qualificate alla Champions League e appartenenti entrambe al City Group), da un lato, e a Manchester United e Nizza (qualificate all’Europa League e riconducibili al gruppo INEOS) per la potenziale violazione dell’articolo 5.

Article image:La multiproprietà colpisce ancora: aspettando il caso Crystal Palace, la UEFA esclude il Drogheda United

Alberto Porzio, Managing and Founding Partner dello studio LegisLAB

Da allora, fatta eccezione per un elemento che vedremo essere decisivo per un’applicazione più rigida in vista della prossima stagione, la norma non è stata aggiornata. All’esito del procedimento, il CFCB ha consentito la partecipazione dei quattro club alle rispettive competizioni prendendo atto di alcuni significativi cambiamenti nelle rispettive compagini societarie, riportando la destinazione da parte dei “concerned investors” sino al 1° luglio 2025 delle proprie partecipazioni nel Girona e nel Nizza in un “blind trust” indipendente sotto la supervisione della CFCB, e con specifiche restrizioni alla capacità di fornire ulteriore finanza ai club e di influenzare le decisioni di natura sportiva.

Tuttavia, come anticipato, l’articolo 5 ha subìto un’importante modifica a ottobre del 2024, essendo stata fissata al 1° marzo scorso la data di riferimento a partire dalla quale i club avrebbero dovuto risultare conformi ai vari criteri stabiliti dall’articolo in questione. Un considerevole anticipo, se si tiene conto che nella versione precedente della norma la medesima deadline era fissata al 3 giugno. La UEFA ha ritenuto la modifica necessaria, considerando la complessità dei casi indagati dal CFCB e l’attività di verifica dei suddetti criteri. L’aggiornamento regolamentare è stato comunicato con anticipo ai club, così da garantire anche a questi ultimi un periodo sufficiente per implementare i necessari processi societari di adeguamento.

In sostanza, l’anticipo dei termini ha imposto la necessità di effettuare valutazioni e adottare i correttivi del caso molto prima rispetto al momento in cui i club conquistano sul campo la qualificazione alle competizioni europee. Circostanza che, secondo quanto riportato dai media nelle scorse settimane, avrebbe portato Evangelos Marinakis, “proprietario” (tra le varie) di Nottingham Forest e Olympiacos, a destinare le proprie quote nel club inglese in un “blind trust”, alla stregua di quanto effettuato dal gruppo INEOS e dal City Group lo scorso anno, entro la nuova deadline.

Non resta che attendere i prossimi sviluppi, senza dimenticare quanto appena accaduto nell’ambito del Mondiale per Club FIFA, il cui regolamento replica le medesime disposizioni UEFA in materia di MCO. Questo ha comportato l’esclusione del Club Leon, appartenente al medesimo gruppo di un altro club qualificato al nuovo torneo, il Pachuca, e alla sua sostituzione mediante l’organizzazione di uno spareggio tra Los Angeles FC e Club America, vinto dai californiani.

Article image:La multiproprietà colpisce ancora: aspettando il caso Crystal Palace, la UEFA esclude il Drogheda United

Gianluca Medina, Senior Associate dello studio LegisLAB

La decisione è stata presa all’esito di un aspro scontro legale tra i vari club coinvolti che potrebbe ripetersi in ambito continentale rispetto al fenomeno delle multiproprietà che, quale business model a livello internazionale, ha registrato una crescita esponenziale negli ultimi anni e la cui regolamentazione a livello sportivo necessita di un delicato bilanciamento con il principio della regolarità delle competizioni.

Casi che già in passato hanno riguardato anche i club italiani – nel luglio 2023, la CFCB consentì la partecipazione di Milan e Tolosa (entrambe sotto l’egida di Redbird) alle coppe europee della stagione 23/24, valutando le circostanze del caso e imponendo talune restrizioni – e che, considerato anche l’attuale assetto societario di alcuni club (Roma ed Everton, ad esempio, controllate entrambe dal Friedkin Group), potrebbero ripetersi in futuro.

View publisher imprint