Inter News 24
·2 July 2025
Lautaro spacca l’Inter in fazioni: non solo Calha e Thuram. Altri 3 si sono sentiti accusati

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·2 July 2025
La crisi che sta scuotendo l’Inter va ben oltre le semplici dinamiche di calciomercato. La probabile cessione di Hakan Çalhanoğlu è solo l’ultimo atto di un equilibrio fragilissimo che si è spezzato con l’addio di Simone Inzaghi. All’interno dello spogliatoio vigeva un patto non scritto, simile a quello della leggendaria Sampdoria di Vialli e Mancini: restare uniti alla Pinetina, rifiutare le offerte più ricche e provare a vincere tutto insieme. Ma la partenza del tecnico per l’Arabia ha fatto crollare il castello, rivelando fratture profonde e tensioni latenti.
La rabbia di Lautaro Martinez, esplosa pubblicamente dopo la partita con il Fluminense, era il primo segnale. L’argentino, che per anni ha resistito alle sirene di Madrid e di altri top club, non ha perdonato il “flirt” di Hakan Çalhanoğlu con il Galatasaray. Le sue parole, “Chi non vuole restare, vada”, sono state un tuono. Il presidente Marotta ha subito confermato che il messaggio era diretto al turco, nel tentativo di accelerarne la cessione.
La risposta di Çalhanoğlu non si è fatta attendere. Sentitosi trasformato in capro espiatorio, ha usato Instagram per difendersi (“Non ho tradito questa maglia”) e contrattaccare, definendo le dichiarazioni di Lautaro e Marotta “parole che dividono”. I “mi piace” al suo post da parte di Marcus Thuram, Marko Arnautovic e, soprattutto, di Gaia Lucariello (moglie di Inzaghi) hanno disegnato una mappa chiara delle fazioni interne. Lo riporta Repubblica.
L’avvelenato finale di stagione non si limita ai “cuoricini” sui social. La lista di chi ha espresso solidarietà a Çalhanoğlu in privato è lunga e significativa. Giocatori come Denzel Dumfries e Yann Bisseck si sentono direttamente chiamati in causa, avendo ricevuto offerte concrete dal mercato. In una situazione analoga si trova anche Davide Frattesi, desiderato da Antonio Conte al Napoli. Questo ha creato una spaccatura tra la “vecchia guardia” (Lautaro, Barella, Bastoni), che ha rinunciato a ingaggi doppi per restare, e coloro che si sentono messi alla porta o non sufficientemente valorizzati. L’uscita di Lautaro, quindi, più che un assist a Marotta per ricostruire, rischia di essere l’accelerante di una crisi che potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione interna.