Calcio e Finanza
·13 October 2025
Lazio, inchiesta sui rapporti giocatori-ultras: Rovella e Cataldi dai pm

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·13 October 2025
In casa Lazio c’è un’inchiesta in corso dei pubblici ministeri Francesco Cascini e Francesco Gualtieri, che mira a ricostruire rapporti e pressioni sui calciatori da parte di chi comanda la curva biancoceleste. Lo riporta il quotidiano Domani, spiegando che nell’ambito dell’indagine sono stati ascoltati altri due giocatori: Nicolò Rovella e Danilo Cataldi.
In tutto sono sette, gli altri cinque già sentiti come persone informate sui fatti sono l’attuale portiere Ivan Provedel, il terzino Luca Pellegrini, romano, del quartiere Tor Bella Monaca, ma anche Ciro Immobile, ex attaccante laziale. Davanti ai militari e ai pubblici ministeri sono comparsi anche Adam Marusic e il centrale difensivo Alessio Romagnoli.
Entrambi molto rappresentativi della squadra che, tra acquisti bloccati e contestazioni alla dirigenza, vive uno dei periodi più difficili nonostante il ritorno di Maurizio Sarri in panchina. Proprio Immobile era stato protagonista suo malgrado di un episodio che torna di attualità nella ricostruzione dei rapporti tra curva e campo.
E’ maggio del 2024, e la Lazio giocava a Monza. La partita termina 2 a 2 scatenando la collera e la rabbia della tifoseria. I giocatori vengono convocati sotto lo spicchio che ospita gli ultras, le cronache raccontano così quell’episodio: «Duro confronto tra calciatori e tifosi: rissa sfiorata». Sulle gradinate c’erano circa 2.000 appassionati, il diverbio avviene con una sparuta minoranza.
Sotto lo spicchio di fede biancoceleste si presentano proprio Immobile, Luis Alberto, Matteo Guendouzi e Alessio Romagnoli. Non c’è niente di amichevole, gli animi si scaldano, volano insulti, si allungano le mani. Passano minuti prima che il clima si rassereni con scambio di magliette e pantaloncini. Proprio Luis Alberto, sul suo profilo social, smorza i toni smentendo minacce. «I tifosi ci hanno stimolato spingendoci a dare tutto fino alla fine, ho sempre avuto e sempre avrò un ottimo rapporto», scriveva.
Lo stesso fa Adam Marusic: «Con i tifosi abbiamo parlato, volevano che ci fossero tutti i giocatori sotto la curva anche chi era già rientrato. Hanno parlato e ci hanno detto che sono con noi fino alla fine, è tutto normale». Proprio Marusic è uno dei giocatori ascoltati dagli inquirenti così come il centrale di difesa e tifosissimo della Lazio, Romagnoli.
Un episodio quello relativo a Monza-Lazio che racconta il ruolo degli ultrà. Nelle immagini si vede uno dei capi tifosi indicare ai giocatori di avvicinarsi. Un confronto durato minuti. Una squadra sotto esame, a rapporto per ordine dei capi della nord. Tra gli ultras che c’è Giovanni Valente, uno degli esponenti più importanti del tifo organizzato laziale. Divide curva, fede calcistica e politica con Francesco Cuomo, di mestiere tatuatore, che si era candidato alle comunali di Roma con Fratelli d’Italia.
L’ultrà non è diventato consigliere, ma ha potuto contare sul sostegno degli amici di gradinata. Altra stagione, stessa scena: Bologna-Lazio 5-0. Anche in questo caso è scattata la contestazione e la richiesta di confronto, a calmare gli animi l’arrivo dell’allora tecnico biancoceleste Marco Baroni che assumendosi ogni responsabilità chiude l’accesa protesta contro la squadra.
Gli approfondimenti investigativi sono in corso, i professionisti non sono indagati: ai giocatori ascoltati, i carabinieri hanno mostrato diverse foto raffiguranti ex e nuovi vertici della curva. Gli interrogatori in alcuni casi si sono protratti per oltre un’ora. Un filone d’inchiesta che riapre il capitolo infinito degli interessi di chi vive la curva nascondendo affari e un radicato sistema di potere.
Interessi che si mischiano tra curve diverse, come dimostra l’incastro tra Andrea Beretta, poi diventato collaboratore di giustizia, e Claudio Corbolotti, omologo della Lazio. I due si incontrano per ripristinare il gemellaggio che si era interrotto momentaneamente per alcune incomprensioni. Alla fine il gemellaggio tra i gruppi viene ripristinato: «Adesso siamo attaccati bene e vedrai che facciamo le cose fatte bene…non costa niente e siamo fratelli…chi rema contro si deve levare dai coglioni…», si dicono Beretta e Corbolotti al telefono.