Marko Livaja, una testa troppo calda per sbocciare a Bergamo: all’Atalanta pochi goal e (tante) litigate | OneFootball

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Calcionews24

·22 February 2025

Marko Livaja, una testa troppo calda per sbocciare a Bergamo: all’Atalanta pochi goal e (tante) litigate

Article image:Marko Livaja, una testa troppo calda per sbocciare a Bergamo: all’Atalanta pochi goal e (tante) litigate

Marko Livaja, una testa calda all’Atalanta: da giovane promessa dell’attacco nerazzurro alla rottura totale (litigando con tutti)

Per quanto Atalanta ed Empoli siano due piazze abbastanza tranquille, dall’altra non sono state esenti da quelle teste calde comunque ricordate nonostante i risultati abbiano lasciato assai desiderare: su tutti il doppio ex Marko Livaja, il centravanti croato dall’animo troppo caldo per sbocciare a Bergamo.

Classe 1993, Marko Livaja arriva all’Atalanta nel gennaio del 2013 dall’Inter in comproprietà nell’operazione che ha visto Schelotto andare a Milano (e Marko prendere la direzione opposta). 19 anni, un talento che potrebbe sbocciare a Bergamo: fa doppietta contro la Roma sotto la neve, ha un buon controllo palla ed è abile a giocare insieme a Denis (non a caso il tandem con il Tanque portò punti importantissimi quell’anno di cui il 3-4 contro l’Inter a San Siro).


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Le premesse sono ottime, ma per attuarle serve un carattere tanto maturo quanto responsabile: il contrario di quello che era Marko Livaja. Il primo anno insulta Stefano Colantuono in allenamento (fuori rosa contro la Sampdoria) e sfodera un pugno contro Ivan Radovanovic che era il suo autista: finendo nuovamente ai margini a fine stagione, seppur poi ritorni con tanto di conferenza stampa nella quale sottolinea “Farò di tutto pur di meritarmi l’Atalanta. Maturerò!”

L’Atalanta però continua a crederci ed è convinta che con il tempo il ragazzo possa imparare. Parte titolare in un 4-3-3 poco convincente per poi essere messo in panchina per fare il vice Denis: trovando nel mezzo una rete a Parma e un’altra contro il Bologna in casa al 90′ con una conclusione dalla distanza che fa impazzire tutto il comunale.

Pochi miglioramenti in campo, altrettanti peggioramenti fuori, tanto che il suo carattere spazientisce anche l’ambiente, e contro il Verona nel 2014 cade tutto il castello di carta: dopo essere stato sostituito tra i fischi si dirige verso la tribuna provando a zittire il pubblico, irritando completamente i tifosi.

La sera successiva contro il Genoa entrambe le curve espongono due striscioni contro il croato che nel frattempo passa al Rubin Kazan non senza qualche insulto e minaccia sui social nei confronti dei tifosi orobici. Ad Empoli invece giocherà solo una stagione (2015 2016) segnando soltanto una rete per poi siglare tanti goal tra Grecia e Croazia senza più esprimersi ad alti livelli: se non fosse stato per quella testa.

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