Juventusnews24
·27 October 2025
Massimo Mauro punta il dito contro la società: «Deve farsi rispettare! Questi rigori li fischiano a tutti tranne che alla Juventus». L’invettiva

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L’analisi degli episodi arbitrali di Lazio-Juventus, in particolare la mancata concessione del rigore per il pestone di Gila su Conceicao, ha infiammato il dibattito sportivo. Sull’argomento è intervenuto duramente Massimo Mauro, ospite della trasmissione Pressing. L’opinionista ha spostato il focus dalle colpe dell’arbitro Colombo o del VAR Meraviglia, puntando il dito direttamente verso la dirigenza bianconera e il suo attuale “peso” politico, ritenuto insufficiente.
Secondo Mauro, la Juventus attuale non è in grado di farsi sentire nelle sedi appropriate, subendo così decisioni arbitrali penalizzanti che, in passato, non sarebbero state tollerate o sarebbero state gestite diversamente a livello mediatico e istituzionale.
La tesi dell’ex giocatore è netta e attribuisce la responsabilità principale proprio al club: «Vorrei dare un po’ la colpa alla società Juventus, non si fa più rispettare come una volta».
Mauro ha poi rincarato la dose, insistendo su un’incoerenza specifica che, a suo dire, danneggia sistematicamente i bianconeri, specialmente sul tipo di fallo in questione (lo step on foot, o pestone). L’opinionista ha ribadito un concetto già espresso nelle settimane precedenti, sottolineando la frustrante eccezione che vede protagonista la Juventus su un fallo ormai codificato dall’intervento VAR.
«Quello che capita alla Juventus … – ve lo avevo detto tre settimane fa e ve lo ridico adesso – come mai sono stati fischiati 700 ‘step on foot’ e alla Juve invece non li fischiano? Passa tutto in cavalleria. Sono errori marchiani».
L’analisi di Mauro, quindi, trasforma un singolo errore arbitrale, per quanto grave, in un sintomo di un problema più ampio. Il “pestone” di Gila, che in altre partite avrebbe quasi certamente portato a un intervento VAR e alla massima punizione, nel caso della Juventus viene derubricato, lasciato “passare in cavalleria”. Questo, per l’opinionista, non è un caso, ma la prova di uno status di “rispetto” istituzionale che la società torinese ha evidentemente perduto, permettendo che “errori marchiani” come quello dell’Olimpico passino sotto silenzio senza conseguenze.









































