Maxi Lopez: "Lotito mi disse che ero l'attaccante della Lazio ma si accordò con il Catania" | OneFootball

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LazioPress.it

·27 August 2025

Maxi Lopez: "Lotito mi disse che ero l'attaccante della Lazio ma si accordò con il Catania"

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L'ex attaccante argentino Maxi Lopez si è espresso in un podcast a Fanpage riguardo l'incontro con il gestore della Lazio Claudio Lotito, il mancato arrivo nel club biancoceleste e degli episodi che lo hanno portato a vestire la maglia del Catania.

Maxi Lopez a Fanpage

Ero in vacanza con la mia famiglia a Roma. Mi trovavo davanti alla Fontana di Trevi assieme a mia moglie e a nostro figlio che era nel passeggino. Wanda lanciò una monetina nella vasca come da tradizione e fummo avvicinati da un poliziotto. Mi disse: il presidente vuole vederti… il presidente della Lazio vuole vederti, devi venire con me adesso.

Mi voltai verso mia moglie e le chiesi: cosa faccio, ci vado? Non sapevo nemmeno chi fosse questa persona e all'epoca non parlavo nemmeno l'italiano. Poi, rientrato in albergo, mi chiamò uno degli agenti con i quali lavoravo. Mi spiegò tutto e io risposi che non c'erano problemi a fare l'incontro ma che sarei dovuto comunque prima tornare in Brasile per chiarire la mia posizione così da non andare più in prestito in Russia.

L'incontro con Lotito

Mi disse: non firmerai per nessun altro club. Sei il prossimo attaccante della Lazio, sto anche iniziando a cercarti casa… Lo informai della mia situazione. Il Presidente Lotito mi aveva detto che stringergli la mano era come firmare il contratto ma, una volta a Roma, attesi per quattro, cinque giorni che qualcuno si facesse vivo. Non ebbi contatti e dissi al mio agente: dobbiamo prendere una decisione, se la situazione non va avanti devo andare a fare il precampionato con il club russo.

Il passaggio dalla Lazio al Catania

Mi fu detto che non potevo imbarcarmi. E, mentre pensavo alla multa che avrei preso per non essere rientrato in Russia, venni condotto da un'altra parte. Incontrai una persona che mi disse: Verrai a giocare a Catania. Ma come, non dovevo firmare per la Lazio? Mi fu risposto: no, abbiamo già parlato con la Lazio e siamo d'accordo. La mia squadra ha bisogno di un attaccante e avrai tutto il minutaggio che desideri. Poi mi spiegò progetto e intenzioni.

Mi prendono e mi portano fuori dall'aeroporto quando ero già praticamente in pista. Mi conducono in un altro aeroporto e da lì parto per la Sicilia, che no sapevo nemmeno dov'era… Arrivo e firmo con il Catania. Così inizia la mia storia in Sicilia, che sarebbe dovuta cominciare a Roma. Ma non se ne fece niente perché seppi solo dopo che il presidente della Lazio, Lotito, e quello del Catania, Pulvirenti, erano amici e si accordarono.

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