
Zerocinquantuno
·15 September 2025
Milan-Bologna 1-0: il Tosco l’ha vista così…

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·15 September 2025
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Siamo solo all’inizio. Fine.
Si potrebbe chiudere così ogni disamina di una partita di questi tempi perché tutti, ma proprio tutti gli allenatori, quando vengono intervistati a fine gara tendono a rimarcare più e più volte che «siamo solo all’inizio».
Gli allenatori che hanno vinto lo fanno per smorzare i facili entusiasmi, quelli che hanno perso per non farsi sopraffare dalle critiche, e quelli che hanno pareggiato non perdono comunque occasione di ribadirlo, evidentemente per non perdere il vizio.
La premessa è utile perché commentare la gara di ieri del Bologna è faticoso anche se «siamo solo all’inizio» (cit.): la squadra di Italiano non sembra (più) la stessa dello scorso anno, e se è vero che anche la passata stagione iniziò con risultati scarsi, almeno le caratteristiche del suo gioco si cominciavano ad intravedere. Con l’Udinese e con l’Empoli in casa, per esempio, la squadra pressava e attaccava a tutto spiano scoprendo il fianco alle ripartenze, con evidenti errori di assimilazione ma anche la consapevolezza comunque di provarci.
Al contrario, in questo inizio di stagione i calciatori sembrano bloccati, e non è un caso che l’unica prestazione da squadra dell’anno scorso l’hanno fatta ‘contro-giocando’, cioè quando hanno dovuto affrontare un Como che ama ‘fare la partita’ e che, pressato per tutti i novanta minuti, ha permesso al Bologna di ritrovare alcune delle sue caratteristiche: pressione forte uomo contro uomo e verticalità.
Ieri il BFC è caduto nel trappolone di Allegri ed è finito per sbattere contro il muro della doppia linea di difesa di un 4-4-2 disegnato per l’occasione, tanto scontato quanto pratico e indubbiamente ben fatto: togliendo spazio agli esterni offensivi rossoblù attraverso la marcatura di Tomori e il raddoppio di Saelemaekers a destra, la marcatura di Estupiñan e il raddoppio di Rabiot a sinistra, questo assetto ha obbligato il Bologna a palleggiare sterilmente perché incapace di isolare i propri esterni con una certa regolarità. Un palleggio lento, stanco e prevedibile che ha tolto pericolosità ai felsinei.
I tanti errori anche marchiani in palleggio di Lucumí, di Freuler e persino di Ferguson non ho idea a cosa siano da imputare, ma certamente non hanno permesso al BFC di impensierire minimamente la difesa rossonera.
Il gol concesso ha poi dell’incredibile se si pensa alle caratteristiche che il calcio di mister Italiano ha mostrato fino ad oggi in carriera: la sua squadra, dopo aver perso palla su una sortita offensiva di Heggem alquanto inutile (la metà campo era già occupata da sette compagni), ha concesso cinquanta metri di campo aperto a Loftus-Cheek, non certo uno sprinter, dopo che aveva ricevuto un passaggio in verticale di Modric da venti metri più indietro.
Il centrocampista inglese del Milan, ieri schierato di punta, ha controllato il pallone esattamente sulla linea di centrocampo ed era l’avversario più avanzato: Lucumí non era in marcatura preventiva e Modric ha consegnato palla a Loftus-Cheek più per allungare il Bologna che per costruire una vera ripartenza. Ripartenza che si è invece conclusa solo perché i rossoblù sono scappati all’indietro non sapendo bene cosa fare.
La difesa felsinea è quindi collassata all’indietro con tre uomini (Ferguson, Lucumí e Lykogiannis) incapaci di far uscire un calciatore per rallentare la corsa di Loftus-Cheek, che una volta raggiunto da Saelemaekers ha trovato un appoggio sull’ex rossoblù, il quale è stato bravo nell’attendere l’arrivo dello stesso Modric che aveva dato il via all’azione settanta (70!) metri prima.
Il campione croato non era partito nemmeno troppo convinto nel sostenere il compagno, aveva solo seguito l’azione non immaginando che Loftus-Cheek potesse fare tutto ciò che ha fatto. Poi, una volta capito che c’era lo spazio per arrivare al tiro, ha fatto uno scatto (!) per infilare di precisione Skorupski, e nessuno dei sette rossoblù che avevano riempito l’area difensiva ha pensato bene di contrastarlo: Modric, oltre che un fenomeno, avrà anche il dono dell’invisibilità…
Vabbè dai, siamo solo all’inizio. Fine.