Juventusnews24
·12 October 2025
Mkhitaryan torna sul flop dell’Inter in finale di Champions: «Si parlava più di Inzaghi che di quella partita». Il retroscena

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Una ferita ancora aperta, una sconfitta che brucia e che, a distanza di tempo, trova una spiegazione lucida e amara. Dal palco del Festival dello Sport di Trento, il centrocampista dell’Inter, Henrikh Mkhitaryan, è tornato a parlare della finale di Champions League persa contro il PSG a Monaco, offrendo una disamina spietata dei motivi che portarono a quel ko. Per l’armeno, la squadra si “bruciò” per un mix di presunzione e di distrazioni esterne.
Secondo l’esperto centrocampista, l’Inter arrivò a quella finale con un peccato di superbia, figlia delle imprese compiute nei turni precedenti contro Barcellona e Bayern Monaco.
L’ECCESSO DI SICUREZZA – «A Monaco ci siamo bruciati perché, opinione mia, le partite super contro Barcellona e Bayern ci hanno portato a pensare che potevamo vincere anche col PSG e lì è stato sbagliato tutto».
A questo errore di presunzione, si aggiunse un fattore esterno che, a detta di Mkhitaryan, minò la concentrazione del gruppo: le continue voci sul possibile addio del tecnico Simone Inzaghi.
LE VOCI SU INZAGHI – «La gente parlava più del fatto che Inzaghi potesse andare via che del fatto che eravamo in finale di Champions. Magari un po’ ci ha disturbato.Tu pensi ‘ma scusate, siamo in finale di Champions e parlate di altro?’».
Infine, l’armeno ha confessato il sentimento contrastante che quella finale gli ha lasciato: un mix di orgoglio per il percorso fatto e di trauma per aver perso tutto sul più bello.
TRAUMA E ORGOGLIO – «Tutti e due. Quello che fai è un percorso molto difficile, non si arriva in finale di Champions dalla prima giornata senza fare nulla. Sono orgoglioso per la stagione fatta ma abbiamo perso tre titoli in tre settimane».
Le parole di Mkhitaryan sono una lezione amara ma onesta. L’Inter arrivò all’appuntamento più importante con la pancia piena, convinta di poter vincere quasi per inerzia, e con la testa disturbata da voci di mercato che riguardavano il suo allenatore. Un cocktail letale, che ha trasformato un sogno in un incubo. Una delusione da cui, però, ripartire con una nuova consapevolezza.