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·21 November 2025
Napoli, Grassani a STILETV: “Tra il caso Napoli ed il caso Juventus non c’è disparità, vi spiego come stanno le cose”

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·21 November 2025

A Stile TV nel corso della trasmissione “Salite sulla giostra” di Raffaele Auriemma è intervenuto l’avvocato Mattia Grassani, legale del Napoli.
Queste le sue dichiarazioni ai microfoni di Carlo Gioia e Raffaele Auriemma: “Rinvio a giudizio per De Laurentiis e Chiavelli? Non occupandomi della vicenda penale, non ne conosco le carte e quindi posso solo rispondere per il procedimento parallelo, quello in sede sportivo. Tra il mese di aprile e il mese di maggio del 2022 si sono celebrati 2 gradi di giudizio dinanzi alla giustizia sportiva per i medesimi fatti oggetto di procedimento penale che ieri ha visto uno snodo importante in cui la procura ha chiesto la condanna del club e dei suoi amministratori ricevendo in primo grado il rigetto del deferimento e in secondo grado la conferma del tribunale federale del proscioglimento di De Laurentiis, Chiavelli e del club sui medesimi fatti che sono oggetto nel procedimento penale di Roma. Siccome la trasmissione degli atti dall’ufficio del Tribunale di Roma alla procura federale non ha evidenziato fatti nuovi, comportamenti o prove nuove contenuti nel fascicolo dell’indagine penale, il verdetto che la giustizia sportiva ha emesso il 27 maggio in secondo grado nei confronti del Napoli, non lascia spazio ad una revocazione che sarebbe quell’istituto che nel caso della Juventus dopo il proscioglimento, con fatti nuovi emersi portò la procura a chiedere la revocazione del procedimento e la Juventus da prosciolta ricevette 10 punti di penalizzazione. Questa ipotesi sembra che allo stato attuale, la Procura Federale non intende percorrerla perché non ci sono elementi nuovi. Tra il caso Juventus e il caso Napoli non c’è disparità di trattamento perché sono due situazioni processuali diverse: quando l’indagine penale portò all’attenzione del procuratore federale fatti nuovi rispetto a quelli che avevano portato i tribunali sportivi a prosciogliere la Juventus, la trasmissione di questi atti dal tribunale ordinario alla procura sportiva indusse il procuratore federale a riaprire il caso Juventus.”
“Nel caso del Napoli, l’indagine pendente a Roma è stata trasmessa alla procura federale: non c’è nulla di diverso o nuovo rispetto a quello che i tribunali sportivi avevano valutato. Da quella documentazione non vi era sistematicità e abnorme valutazione di giocatori sconosciuti e poco apprezzati. Osimhen e Manolas valevano tutti quei soldi ed è per questo che Napoli e Juventus sono state trattate diversamente. In quale stato di salute si trova l’associazione italiana arbitri? Il commissariato si utilizza come extrema ratio quando una realtà dimostra incapacità totale di potersi autogovernare, di sicuro il procuratore federale ha notificato al presidente dell’AIA una comunicazione di conclusione delle indagini che è un’informativa. Secondo le risultanze di indagine della procura federale sussistono i presupposti per procedere ad un deferimento nei confronti del numero 1 dell’AIA con contestazione di violazioni di una particolare gravità. Quindi da calciopoli 2006 ad oggi vari episodi si sono verificati purtroppo, quali comportamenti inappropriati, presunte pressioni, offerte di altre cariche e non dimentichiamoci che un arbitro della terza serie è agli arresti domiciliari per avere organizzato una rete di scommettitori e aver determinato risultati promettendo danari per garantire risultati ultimi ai fini delle scommesse. Calciopoli è la madre di tutti i procedimenti, ma lo stato di malessere riguarda non la base e gli arbitri che dirigono gare in campionati dilettantistici, ma purtroppo meccanismi che riguardano i criteri di designazione, di valutazione degli arbitri nei massimi campionati e credo che le società e i tifosi che sono i veri azionisti del calcio meritino un ripensamento del modello arbitrale attuale in cui non devono esserci ombre. E l’operato dei vertici, di chi le rappresenta e quindi parliamo della dirigenza massima dell’AIA, del presidente, devono dare dimostrazione di essere al di sopra di ogni sospetto, terzi e indipendenti. Siamo alla fase acuta della conclusione delle indagini ma secondo il procuratore federale ci sono gli elementi per andare al dibattimento e questo deve far riflettere circa la sostenibilità del sistema arbitrale. Il caso D’Onofrio è stata un’altra pagina nera, tanto rocambolesca quanto tristemente nota per il reato di traffico internazionale di stupefacenti, altra pagina assolutamente nefasta per la credibilità del movimento”.
Vincenzo Schiavo
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