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·24 July 2025

Napoli, Marianucci si presenta: “Un sogno che si realizza. Allenarsi con questi campioni è un privilegio”

Article image:Napoli, Marianucci si presenta: “Un sogno che si realizza. Allenarsi con questi campioni è un privilegio”

Ottavo giorno di ritiro estivo per il Napoli, e primo contatto ufficiale con la stampa per Luca Marianucci, difensore centrale classe 2004 arrivato dall’Empoli. La sua presentazione si è tenuta nel pomeriggio, dal palco del Teatro Comunale di Dimaro, dove il giovane calciatore ha affrontato con grande lucidità e maturità il suo primo incontro con i media da giocatore azzurro

Napoli, Marianucci si presenta: “Un sogno che si realizza. Allenarsi con questi campioni è un privilegio”

“Allenarsi con questi campioni è motivo di orgoglio” Nel suo intervento, Marianucci ha sottolineato quanto il contesto tecnico e umano del Napoli rappresenti per lui un’opportunità irripetibile:


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“Questi primi giorni sono stati pieni di emozione. Allenarsi con calciatori del calibro di Kevin De Bruyne, Amir Rrahmani, Alessandro Buongiorno è un’esperienza unica. Sono entrato subito in sintonia con il gruppo: oltre che grandi professionisti, ho trovato persone di grande spessore umano. Questo rende tutto più semplice”.

Dalla provincia all’élite del calcio italiano Cresciuto nel settore giovanile dell’Empoli, Marianucci rappresenta il classico esempio di talento italiano emerso grazie al lavoro quotidiano e alla pazienza. Il passaggio in una big come il Napoli rappresenta per lui un salto di qualità tanto ambizioso quanto meritato.

“Arrivare in un club che ha appena vinto lo Scudetto e che si prepara alla Champions League è per me un sogno. Quando ero bambino immaginavo giornate come queste. So di dover ancora dimostrare tanto, ma essere qui è già un traguardo straordinario. Il mio obiettivo ora è imparare il più possibile e farmi trovare pronto quando ci sarà occasione”.

“Italiani o stranieri, emergere è sempre una sfida” Alla domanda sul percorso dei giovani italiani all’interno delle grandi squadre, Marianucci ha risposto con pragmatismo:

“Non credo sia una questione di nazionalità. In una rosa piena di giocatori forti, emergere è difficile per tutti, italiani e stranieri. Ciò che fa la differenza è la mentalità: bisogna lavorare ogni giorno per conquistarsi un posto. Nulla è scontato, ma ogni allenamento è una possibilità”.

Seguendo l’esempio di Di Lorenzo Non passa inosservato il parallelo con il capitano azzurro Giovanni Di Lorenzo, anche lui passato per Empoli prima di imporsi come uno dei migliori terzini d’Europa:

“Conosco la sua storia e per me è un modello. Non solo per il percorso professionale, ma per l’atteggiamento e la leadership. Sapere che è passato dallo stesso club rende tutto ancora più stimolante. Spero di potermi ispirare a lui anche fuori dal campo”.

D’Aversa è un grande amico di Conte, hai avuto modo di scambiare qualche battuta con lui? Le prime impressioni sul lavoro? “Ho sentito D’Aversa poco tempo fa per ringraziarlo per ciò che aveva fatto per me, è un grandissimo allenatore oltre che una grande persona. Grazie a lui ho esordito ed ho avuto i primi minuti in Serie A. Su Conte, lo sto assaporando per bene in questi giorni ma tutto il lavoro ce lo troveremo più avanti per le grandi partite che arriveranno”.

C’è una nuova generazione di difensori con te, Coppola, Leoni, è tornata la scuola italiana? “Non lo so, penso a me, a ciò che ho fatto e quello che dovrò fare. Il cammino è lungo, è iniziato adesso. Continuo con la testa sulle spalle”.

La trattativa è stata condotta mesi fa, i tuoi primi pensieri quando hai saputo del Napoli? Come l’hai gestito il finale con l’Empoli? “La chiamata mi ha un po’ spiazzata, sinceramente, ma ho pensato a continuare con la mia squadra, ex squadra, per raggiungere l’obiettivo che non abbiamo poi ottenuto purtroppo. La felicità era tantissimo, poi anche quando sono venuto a giocare a Napoli, è stato pazzesco vivere lo stadio, i tifosi, bellissimo”.

Qual è l’ostacolo principale per chi viene da una squadra di provincia? “Lo scalino più alto l’ho già fatto, arrivare qui, ora devo ambientarmi, essere nei ritmi della squadra e prendere confidenza con i compagni. Il calcio è il calcio, sì ci sono obiettivi diversi ma mi sento pronto per affrontarli”.

Sei molto sollecitato in costruzione, Conte ti ha fatto richieste specifiche? “Mi piace molto giocare con la palla, anche se sono un difensore centrale, ho avuto sprazzi da mediano, ma mi piace fraseggiare e costruire con gli altri reparti, me l’ha chiesto il mister e mi torna facile farlo”.

In base alle tue caratteristiche qual è il compagno che può fare più al caso tuo? “Sono stato molto al fianco di Juan Jesus, ma non so con chi posso trovarmi meglio, poi giocherò con tutti ed a quel punto potrò saperlo maggiormente”.

Cosa ha visto Manna e lo staff del Napoli in Marianucci? “Secondo me sono uno che non molla mai, se perdiamo sono il primo ad arrabbiarmi, forse questo ha suscitato più interesse, poi le mie doti da difensore anche in impostazione”.

Dovresti essere il quinto del reparto, ma avrai obiettivi personali e vorrai il tuo spazio. “Per ora sarò il quinto, ma il mio obiettivo è ritagliarmi uno spazio perché le partite saranno tante. L’arma migliore è il duro lavoro quotidiano e punterò su questo”.

Ieri era il tuo compleanno, hai pensato ad un sogno? Un desiderio? “Ieri è stato uno dei compleanni più belli della mia vita, anche se ero a fare i blocchi di corsa ero con i miei nuovi compagni, grandi calciatori, non potevo chiedere di meglio. Il sogno è raggiungere obiettivi ancora più grandi”.

“Il Maradona? Ho tanta sicurezza in me stesso e la userò per entrare al Maradona, dove ha giocato il più forte della storia, con grande umiltà per dare tutto per questi colori”.

“In chi mi rivedo di più? Non lo so, forse per caratteristiche in Rrahmani perché ora lo sto vedendo più da vicino. Perché ho scelto il numero 35? Numero di maglia casuale, forse perché portò bene al mio compagno Baldanzi, quest’anno continuo con questo e vediamo fino a quando porta bene”.

Quanto ti aiuta sfidare Lukaku e Lucca? “Sicuramente quando hai in squadra attaccanti tra i più forti hai meno problemi la domenica (ride, ndr) e ti aiutano verso le sfide con i grandi avversari del campionato”.

Marianucci sarà felice a fine stagione se… “Se raggiungerò gli obiettivi preposti e farò un grande campionato”.

Sulla Pro Sesto e la sfrontatezza: “L’esperienza in C la rifarei mille volte, mi è servita come calciatore, come persona vivendo uno spogliatoio, in campo podso sembrare pure troppo sicuro di me ma mi ha aiutato ad arrivare dove sono. In cosa crescere? La marcatura, come stare sull’uomo, curerò tutto con il mister e lo staff”.

Sulla linea alta e lo spazio alle spalle: “Difendere in avanti è più facile per tutti, se recuperi puoi creare anche occasioni, se più vicino alla porta. A tre o a quattro? Io mi trovo bene sia braccetto che centrale a quattro, andrà bene ogni scelta del mister. Il poster di chi era? Mai avuto, ho sempre avuto foto mie, ma un modello da bambino sicuramente Sergio Ramos”.

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