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·22 February 2025

Non solo Lucca-Thauvin: da Eto’o a Pulisic, quando un rigore diventa caso di Stato

Article image:Non solo Lucca-Thauvin: da Eto’o a Pulisic, quando un rigore diventa caso di Stato

Quanto successo ieri al Via del Mare di Lecce è stato tutto fuorché uno spettacolo dignitoso. La ”scenata” di Lucca, che ha voluto calciare il rigore a tutti i costi, potrebbe svoltare gli equilibri nello spogliatoio dell’Udinese. Ma non è il primo caso: di seguito, una lista di esempi eclatanti.

E’ venerdì. C’è la Serie A. In campo si affrontano due squadre intriganti: il Lecce da una parte, l’Udinese dall’altra. Sembra una partita tranquilla, un anticipo come gli altri. Poi, però, succede il finimondo. I bianconeri conquistano un rigore dubbio e, sul dischetto, è pronto ad andarci Florian Thauvin. Il francese è designato dal tecnico Runjaic e anche dai compagni. Da tutti, ma non da Lorenzo Lucca. L’attaccante friulano vuole a tutti i costi calciare il penalty. Sbraccia, s’infuria e il resto del gruppo non riesce a ristabilire le gerarchie. Lucca segna, ma a che prezzo? Nessuno esulta con lui e l’allenatore tedesco lo sostituisce qualche istante dopo.


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Un episodio eclatante che però non rappresenta un unicum nella storia del gioco. Scopriamo insieme altri battibecchi che hanno reso un cacio di rigore una questione parecchio più ampia.

Tomori ”incarica” Abraham, Gudmundsson scalza Kean: il caso Lucca non è isolato

Partiamo da Firenze, dove sempre quest’anno è andato in scena un siparietto molto simile a quello di ieri. Protagonisti Theo Hernandez, Tammy Abraham e Fikayo Tomori, calciatori del Milan. Il dilemma è: chi va sul dischetto? Contro i gigliati, in quella partita nefasta per il Diavolo, saranno ben due i rigori conquistati e, in seguito, non trasformati. Il punto è che né il primo né il secondo penalty è stato calciato dal giocatore incaricato della responsabilità, ovvero Christian Pulisic. L’americano prima viene scalzato dal terzino francese e poi dall’attaccante britannico, per cui lo stesso Tomori si è mobilitato in prima persona, servendogli il pallone senza diritto di replica. Il Milan perse contro la Fiorentina e Fonseca, sempre più esautorato, andò su tutte le furie.

Il Franchi è stato anche teatro di discussione interna, con Moise Kean e Albert Gudmundsson in copertina. L’islandese, al debutto assoluto in maglia viola (contro la Lazio), realizza subito un calcio di rigore. Nel finale, stesso scenario: penalty gigliato. Questa volta vorrebbe tirarlo l’attaccante italiano, ma l’ex Genoa si impunta e segna ancora. Una situazione poi chiarita da Palladino: ”il primo rigorista è Gudmundsson”.

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FLORENCE, ITALY – SEPTEMBER 22: Albert Gudmundsson of ACF Fiorentina looks on during the Serie A match between Fiorentina and SS Lazio at Stadio Artemio Franchi on September 22, 2024 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Andando un pò più indietro, in un Inter-Palermo della stagione 2009/2010, ripeschiamo l’alterco tra Mario Balotelli e Samuel Eto’o per l’incarico di rigorista. Due personalità agli antipodi: il primo, giovane e irruento, vorrebbe gloria personale. Il secondo aspetta paziente e, alla fine, ci penserà Zanetti, come sempre, a ristabilire l’ordine.

Ordine che, in un Sampdoria-Roma datato 2013, è stato sovvertito dal solito Pablo Daniel Osvaldo, capace di rubare il rigore a sua maestà Francesco Totti. Con esito discutibile: sbaglia e Andreazzoli, allora tecnico giallorosso, non riesce a comprendere la scelta dell’attaccante italo-argentino.

Restando più vicini ai nostri tempi, si segnala anche un battibecco tra Marcello Trotta e Diego Falcinelli ai tempi del Crotone. Anno 2016: chi va dal dischetto contro il Chievo Verona? I due non trovano la quadra, contendendosi il pallone. Sarà poi il primo a insaccare Sorrentino, con il tecnico Nicola che, a fine gara, si dirà ”divertito”.

Fioccano i casi anche all’estero: da Cavani-Neymar fino a Cole Palmer e la contesa ”blues” con Nicolas Jackson e Noni Madueke. Ma, come abbiamo visto, questi episodi non accadono solo nei grandi spogliatoi.

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