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·6 June 2025

Norvegia Italia: 3 cose che non hai notato della sfida valida per le qualificazioni ai Mondiali

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Tre curiosità sulla sfida Norvegia Italia, sfida valida per le qualificazioni ai prossimi campionati Mondiali

Non c’è stata partita, questa è la descrizione più immediata e anche logica di Norvegia-Italia. Un 3-0 maturato interamente nel primo tempo e che avrebbe persino potuto avere proporzioni maggiori se il diagonale di Berge nella ripresa non avesse trovato il palo a respingere il pallone sul quale Donnarumma non era arrivato. Ecco tre episodi da ricordare di una serata che gli azzurri faranno molta fatica a dimenticare, tanto nella testa quanto nell’anima.

  • Catalessi. Alla vigilia si era dipinta la Norvegia come una squadra forte, tra le migliori della sua storia. In grado di riportarsi ai fasti di Drillo Olsen (Ct) e di quel Mondiale 1998 dove a fermarli ci pensò Bobo Vieri agli ottavi. A un minuto dal termine del primo tempo, il pensiero è tornato proprio a quei giorni lontani. Dove la difesa azzurra aveva gente del calibro di Madini e Cannavaro, mentre questa sbandava sul 3-0 su in corner maligno, nel quale Udogie sfiorava il pallone e si vedeva la sfera attraversare pericolosamente tutta l’area piccola. Ecco, in quel momento la squadra sembrava tutta in uno stato di catalessi. Forse, in realtà, con la splendida eccezione di quell’Europeo vinto e che oggi non sembra certo di “solo” 4 anni fa, è da un bel po’ che lo siamo e fingiamo che non sia così, Oslo non è che una tappa di un percorso umiliante che attraversiamo da un bel po’.
  • Perché? Capita spesso, di fronte alle disfatte, che ci si ponga queste domande in relazione al comportamento della squadra. In questo caso, il punto interrogativo andrebbe trasformato in una pronta risposta. Perché Dimarco entri solo al minuto 83, Orsolini poco prima e Spalletti dica subito che l’Italia ha un problema sui giocatori che non saltano l’uomo. E come fanno, come possono riuscirci, se restano in panchina ed entrano solo quando la gara non ha più niente da dire?
  • Heat Map. Fossimo un docente di Coverciano, prenderemmo la partita di Odegaard, ne analizzeremmo i movimenti e diremmo semplicemente: guardate, è così che si gioca. E adesso fatemi vedere se siete capaci a muovervi. Ovunque.
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