Inter News 24
·21 September 2025
Omicidio Boiocchi, la ricostruzione di Marco Ferdico agli inquirenti ‘inchioda’ Beretta

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Dopo mesi di silenzio, Marco Ferdico, ex frontman della Curva Nord dell’Inter, ha fornito agli inquirenti una dettagliata ricostruzione dei fatti riguardanti l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico leader del tifo organizzato nerazzurro, avvenuto il 29 ottobre 2022. La testimonianza di Ferdico, riportata da Repubblica, riguarda esclusivamente le dinamiche legate all’omicidio e ha permesso di chiarire ruoli e responsabilità nella vicenda.
Ferdico, oggi rinviato a giudizio insieme al padre Gianfranco Ferdico, ad Andrea Beretta, Daniel D’Alessandro e Pietro Simoncini, ha raccontato come il piano sia stato concepito e messo in atto. Beretta, considerato il mandante dell’omicidio, aveva manifestato l’intenzione di uccidere Boiocchi già il 30 giugno 2022, in occasione dell’addio a Diabolik (alias Francesco Piscitelli), noto esponente del tifo organizzato interista. Ferdico, pur senza opporsi alla proposta, dichiarò di voler partecipare all’azione senza eseguirla personalmente, attratto dalla possibilità di assumere maggiore rilevanza nella gestione della curva. Il padre Gianfranco tentò di farlo desistere, avvertendolo delle gravi conseguenze legali e morali, ma il piano proseguì comunque.
I due esecutori, D’Alessandro e Simoncini, furono pagati 25mila euro ciascuno per compiere l’azione. Ferdico ha raccontato come il giorno prima dell’omicidio, Beretta lo abbia contattato a casa per consegnargli una moto e, successivamente, una pistola, iniziando così a prendere coscienza del piano criminale. La sera del 29 ottobre, a sparare fu Daniel D’Alessandro, mentre la pistola utilizzata venne successivamente gettata in un laghetto nei pressi di Trezzano sul Naviglio, come ha ammesso Ferdico.
La testimonianza di Marco Ferdico fornisce elementi chiave sulle responsabilità e sull’organizzazione dell’omicidio, delineando la sequenza degli eventi, la gerarchia tra mandante ed esecutori, e l’influenza esercitata dai vertici della curva. Gli inquirenti, grazie alle dichiarazioni, potranno approfondire il ruolo di ciascun imputato e valutare la dinamica delle azioni che portarono alla morte di Boiocchi, consentendo di ricostruire in maniera più precisa la rete di relazioni e motivazioni all’interno del tifo organizzato nerazzurro. La vicenda, ancora oggetto di indagine e dibattito, continua a scuotere il mondo della tifoseria milanese e a evidenziare i rischi legati ai contesti ultras.
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