Zerocinquantuno
·11 November 2025
Orsolini: “Per l’Italia giocherei anche in porta, andare al Mondiale è un dovere morale. Bologna isola felice, stiamo facendo un percorso importante”

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·11 November 2025

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Tempo di conferenza stampa, questo pomeriggio a Coverciano, per Riccardo Orsolini, capocannoniere della Serie A con 5 gol insieme ad Hakan Calhanoglu. L’attaccante del Bologna ha raccontato le sue sensazioni a pochi giorni dalle ultime due partite di qualificazione al Mondiale 2026 che l’Italia disputerà contro Moldavia e Norvegia, parlando anche del suo percorso in maglia rossoblù e della sua crescita personale. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le sue dichiarazioni.
In A si segna poco – «Io nelle ultime tre stagioni sono andato in doppia cifra e sono felice dei miei numeri. Penso a me e alla mia squadra, i problemi del campionato non li so: evidentemente le difese si sono rinforzate».
Sempre più maturo – «Ho un’età che mi permette di capire determinate cose che prima non capivo. Maturando si comprendono tanti piccoli passaggi che in precedenza trascuravo, così mi sto conquistando certi aspetti che avevo lasciato un po’ indietro. Col club da due-tre anni stiamo facendo un percorso importante che ha aiutato molti di noi a crescere: ci divertiamo, Bologna è un’isola felice dove i ragazzi giovani si integrano benissimo».
Un po’ bistrattato – «Ho esordito con Mancini nel 2019, poi ho saltato l’Europeo vinto nel 2021 e sono stato richiamato da Spalletti. In seguito non sono stato chiamato per Euro 2024, entravo e uscivo dal gruppo. Ora sono qui, sono entrato dalla porta principale e vado orgoglioso del percorso fatto: voglio tenermi stretta la Nazionale».
La cura Gattuso – «Il mister ha portato una ventata di freschezza a livello di entusiasmo, forse la squadra prima era un po’ spenta, avvilita. Ci ha dato subito tranquillità, serenità, e ci ha fatto capire che dovevamo uscire tutti insieme dalla situazione in cui eravamo. Lavoro, entusiasmo, allenamenti intensi: quando si lavora così si creano un gruppo forte e una mentalità vincente».
Punti di forza – «Imprevedibilità, tentare il dribbling, creare superiorità sull’esterno, Italiano le insegna molto bene e Gattuso le conosce. Italiano negli ultimi due anni mi ha aiutato molto, mi ha fatto capire ciò che mi mancava in entrambe le fasi per diventare il calciatore completo che voglio diventare».
Playoff quasi certi – «Fino a quando la matematica non ci condanna, io alla qualificazione diretta ci credo. Siamo concentrati su queste due partite, vogliamo fare bella figura e dare continuità agli ultimi risultati».
Qualità e generosità – «Contro l’Estonia abbiamo utilizzato un 4-4-2 e ho fatto l’esterno di centrocampo: ero un po’ più arretrato, di solito a Bologna gioco con la mezzala che mi aiuta mentre in quell’occasione dovevo aiutarmi da solo. Ma per l’Italia giocherei anche in porta, da parte mia c’è la massima disponibilità nei confronti del mister e dei compagni: abbiamo un obiettivo più grande dei moduli e dei traguardi personali».
Un sogno mondiale – «Sarebbe il punto più alto della mia carriera, per questo voglio fare bene e godermi ogni giorno che passo qui. Un altro Mondiale senza l’Italia? Mi viene l’ansia solo a pensarci. Abbiamo un dovere morale, verso noi stessi e verso tutti gli italiani».









































