Palermo-Brescia, quando una partita di Serie B diventa un’esperienza di tifo, innovazione, suoni, colori e cibo | OneFootball

Palermo-Brescia, quando una partita di Serie B diventa un’esperienza di tifo, innovazione, suoni, colori e cibo | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Social Media Soccer

Social Media Soccer

·3 March 2025

Palermo-Brescia, quando una partita di Serie B diventa un’esperienza di tifo, innovazione, suoni, colori e cibo

Article image:Palermo-Brescia, quando una partita di Serie B diventa un’esperienza di tifo, innovazione, suoni, colori e cibo

Una partita di calcio che sembrava stregata, ma che il Palermo è riuscito a vincere nei minuti finali. Brescia sconfitto 1-0, grazie a un rigore firmato da Pohjanpalo a tre minuti dalla fine.

Una partita mozzafiato quella dei rosanero contro i lombardi. Una partita che rilancia i rosanero di Dionisi in piena corsa per accedere ai Play-off promozione.


OneFootball Videos


Ma non è di quello che è successo in campo che vogliamo parlare quanto dell’esperienza vissuta da alcuni componenti della Redazione di Social Media Soccer nel match day.

Turisti a Palermo

Un’esperienza che comincia la mattina presto di domenica 2 marzo, da classici turisti che prendono i mezzi pubblici per vedere la Kalsa e il Teatro Massimo e prosegue con una puntata alla Cattedrale e a Palazzo dei Normanni.

Ma è con l’approdo al mercato di  Ballarò che si entra lentamente in clima partita. Una partita vista a stomaco vuoto non è una partita che si rispetti. E tra uno sfincione, una focaccia soffice che viene condita con un'abbondante dose di sugo al pomodoro e cipolla, caciocavallo a fette, origano e qualche acciuga, una porzione di fegatini alla brace, un panino con il polpo, un cartoccio di alici fritte e un’arancina (rigorosamente al femminile e da non confondere con l’arancino catanese) il percorso verso il Barbera può iniziare.

A bordo del 101

Ed è un percorso che prevede la salita sul bus della linea 101 e l’entrata in contatto con il cuore pulsante del tifo rosanero. Un tifo che mescola la tradizione più antica dei colori e dei suoni con l’innovazione più spinta fatta di video live su Instagram e Tik Tok e gli appuntamenti per le scenografie tramite ampie community su FB e gruppi WhatsApp.

Tanto è vero che, arrivati nel vialone che conduce al Barbara, i colori, i suoni e le persone si mescolano in un gigantesco serpente umano condito da tamburi, fumogeni e tanti riti che in molte tifoserie d’Italia stanno lentamente scomparendo.

Il tatuaggio a tempo

Nelle bancarelle antistanti lo stadio Renzo Barbera tra bandiere, cappellini e magliette dove spicca inevitabilmente la 19 di “Gioele”, Joel Pohjanpalo il nuovo idolo di casa, l’uomo chiamato a far fare il salto di qualità nella lotta per la Serie A, l’ultimo erede della tradizione dei grandi attaccanti rosanero che va da Troja a Chimenti da Miccoli a Belotti da Bercellino a Brunori passando per Dybala, Cavani e Luca Toni, troviamo un prodotto mai visto in altri stadi.

Il prodotto è il tatuaggio a tempo. Un tatuaggio non indelebile, ma di ottima fattura, dove è possibile scegliere il simbolo del club, la figura dei calciatori o semplicemente la scritta del match di giornata.

Le gradinate del Renzo Barbera

Ma il cuore del viaggio, ovviamente, avviene all’interno del Barbera. Uno stadio che ricordiamo è stato costruito in un solo anno, a cavallo tra il 1931 e il 1932 dalle ditte di Michele Utveggio e Michele Collura, seguendo il progetto dell'ingegnere Giovan Battista Santangelo. Uno stadio che nel corso della sua vita ha cambiato diverse volte il proprio nome.

Nasce come Stadio Littorio in quanto voluto e inaugurato durante il Ventennio fascista. Prende poi il nome La Favorita in omaggio al parco cittadino in cui praticamente si trova, ma pochi sanno perché dal 1937 al 1945 è stato intitolato a Michele Marrone. Marrone era un giovane centrocampista del Palermo che ha militato in rosanero dal 1926 al 1929, e che all’età di 26 anni si arruola nella guerra civile di Spagna dove perderà la vita nella battaglia di Guadalajara. Per omaggiarlo il regime fascista decide di dedicargli l’intitolazione dell’impianto.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale però, il Comune di Palermo decide di modificarne la denominazione e di Favorita fino al nome attuale, Renzo Barbera, nome che viene imposto all’impianto di proprietà del Comune di Palermo il 18 settembre 2002. Barbera, per tutti il Presidentissimo, ha guidato il club del capoluogo della Sicilia dal 1970 al 1980 (dal 1967 era nel CDA, dal 1969 vicepresidente)

Un decennio storico nel quale il Palermo centra due finali di Coppa Italia, 1974 e 1979, una promozione in Serie A nel 1972 e milita stabilmente in Serie B. Renzo Barbera era amatissimo dal pubblico ed ha ricoperto anche importanti incarichi politici e di gestione amministrativa, a partire da quello di Presidente del Comitato Organizzatore locale dei Mondiali di Calcio di Italia 1990

Le emozioni di Palermo-Brescia

All’interno dello stadio spiccano tre elementi. Il primo è l’alto livello di tecnologia dell’impianto dove ha un ruolo decisivo l’illuminazione di ultima generazione, conforme ai requisiti UEFA Level A, che permette di ospitare competizioni internazionali fino alle semifinali. Per non tacere delle innovazioni che sta inserendo gradualmente CFG, City Football Group la una holding multinazionale britannica che detiene l’94,94 % delle azioni del club rosanero.

Il secondo è la suggestione di Monte Pellegrino che si staglia sopra l’impianto creando un’atmosfera di protezione, un fattore che, assieme al tifo incessante degli ultrà crea un effetto che prende allo stomaco.

Il terzo è strettamente connesso con il tifo. Novanta minuti più recupero, mai in silenzio, con cori di ogni genere e picchi emozionali nel momento dell’inno "Rosanero amore vero" composto da Lello Analfino e Salvo Ficarra (del Duo Ficarra e Picone) e cantato dai Analfino e Tinturia e del canto, di tutto lo stadio, che intona “Io che amo solo te” dell’indimenticato e indimenticabile Sergio Endrigo.

L'emozione più potente

Ma l'emozione più potente è l'ultima, quella che, come sempre, arriva dal campo. E si palesa quando l'arbitro Perri di Roma 1 concede un calcio di rigore al Palermo al minuto 87’.

Dagli undici metri "Gioele" Pohjanpalo non fallisce, anche se il portiere avversario intuisce la direzione. Il pubblico del Renzo Barbera esplode e spera. Agganciare il treno dei Play-off per tentare la scalata alla serie A adesso sembra davvero meno difficile.

View publisher imprint