Paolo Casarin: «Non c’è più la discriminante sulla volontarietà. Per fare l’arbitro ci vuole tranquillità» | OneFootball

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·11 February 2025

Paolo Casarin: «Non c’è più la discriminante sulla volontarietà. Per fare l’arbitro ci vuole tranquillità»

Article image:Paolo Casarin: «Non c’è più la discriminante sulla volontarietà. Per fare l’arbitro ci vuole tranquillità»

L’ex arbitro Paolo Casarin ha parlato degli errori visti durante la ventiquattresima giornata del campionato di Serie A 2024-25. A seguire le sue parole.

Paolo Casarin, ex arbitro ed ex designatore arbitrale, è intervenuto a TMW Radio per dire la sua sugli errori visti durante la ventiquattresima giornata del campionato di Serie A 2024-25. A seguire le sue parole.

RUOLO DELL’ARBITRO – «Mancano i talenti e la personalità? Io ho 85 anni e ho arbitrato fino all’88, sono 37 anni che non arbitro e in questo tempo non mi sono dimenticato di questo mondo. Ho conosciuto tutto l’ambiente, compresi i giornalisti, ma siamo lo stesso gruppo. Gli arbitri fanno parte di questo mondo e ogni parte deve dare il suo contributo affinchè il gioco continui. Il calciatore è fondamentale, l’allenatore è importantissimo, l’arbitro serve per tenere in piedi il gioco. Le regole alla fine sono due, il fuorigioco e i falli, oggi si gioca diversamente ma le regole sono state modificate perché siamo presuntuosi e sono inutili. Non c’è più la discriminante sulla volontarietà. Il compito dell’arbitro è proprio quello».


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VAR«Noi guardiamo tutto in tv, che però è una visione parziale del gioco. Non capisci quanto uno ha spinto un altro, lo sai solo se sei sul campo. Oggi gli arbitri sono continuamente travolti dalle partite e vivono per questo mestiere. Invece era meglio una volta, quando si faceva un altro mestiere anche. Il VAR? Di cavolate ne ho fatte abbastanza, che te ne risolva è un bel sollievo, ma neanche questo a volte mi va bene. Per fare l’arbitro ci vuole tranquillità, serenità, si deve far capire che è al servizio del gioco del calcio».

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