Milannews24
·5 January 2025
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Pioli ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport alla vigilia della finale di Supercoppa Italiana tra Inter e Milan.
FINALE DI SUPERCOPPA CONTRO L’INTER – «E’ chiusa? No, il Milan ha dimostrato forza di reazione nel secondo tempo con la Juve. La vittoria porta entusiasmo. Conceicao ha altri giorni di lavoro a disposizione. L’Inter è la più forte, ma la finale resta aperta».
NIENTE ANNO SABBATICO – «Vero, avevo in mente un anno di stacco dopo i 5 anni di Milan, belli ma estenuanti. Avevo già pianificato un mese a Londra per perfezionare l’inglese e visitare qualche club: Chelsea, Tottenham… Avrei potuto godermi il super contratto delMilan, ma ho capito che avrei faticato a restare fermo».
OFFERTE DOPO L’ADDIO AL MILAN – «Tre. La prima a maggio, l’ultima poco prima dell’Arabia. Ma dopo la splendida avventura al Milan, non mi sembrava giusto allenare in Italia. Avrei lottato per lo scudetto? Credo di si…».
IBRAHIMOVIC – «Lui mi ha scritto quando ho firmato per l’Al-Nassr, io gli ho fatto i complimenti dopo Madrid. Ci siamo riabbracciato qui a Riad. E’ stato un piacere allenarlo, non facile, ma proprio per questo un piacere. Ricorderà senz’altro una discussione importante nel mio ufficio. A me è servita».
MALDINI E MASSARA – «Siamo rimasti in contatto. Ho lavorato bene con due persone oneste e molto competenti. La nostra intesa era fortissima. Poi con Paolo ci sono state anche discussioni forti, perché siamo due teste dure».
THEO HERNANDEZ – «Theo è un bravo ragazzo. Ognuno ha le sue strategie per ottenere il meglio dai giocatori. Non c’è stato un solo giorno di Milan in cui non abbia dovuto spronarlo. Ma ditemi un solo terzino sinistro al mondo che sappia spostare le partite come lui. Mi hanno rimproverato di usare solo la carota. Non è vero. Ma il bastono io non lo mostravo in pubblico».
LEAO – «A forza di criticarlo si perde di vista la realtà. Cioè un ragazzo in continua crescita. Anche quest’anno io resto convinto che Rafa possa diventare fortissimo, non so se da Pallone d’Oro, ma molto più forte di ora. Ci sta arrivando. Quando andava in nazionale gli dicevo: “Osserva bene tutto ciò che fa CR7, poi me lo riferisci”. Tornava, mi raccontata e io gli dicevo: “Lo vedi? Fallo anche tu”».
REIJNDERS – «Moncada mi disse: “Dai un occhio a questo ragazzo”. Lo avevo già ammirato in una partita di Conference contro il West Ham. Restai affascinato dall’eleganza e dalla capacità di andare oltre l’avversario senza dribblarlo. Si, feci di tutto per averlo. Al’inizio del campionato gli capitavano due occasioni a partita. Lo martellavo: “Tijji, ti tirerò fuori i gol che hai dentro”. Ora li sta tirando fuori tutti. Fofana l’ha completato. Noi, perso Krunic, abbiamo avuto problemi. La verità è che giocare in Italia non è semplice e un anno di ambientamento serve».
HA SEGUITO LE PARTITE DEL MILAN – «Poco. Confesso: non ci riuscivo, mi emozionavo troppo davanti alla tv. E’ stato un distacco importante. Ho visto per intero una partita sola, la più brutta: Milan Juve. E il secondo tempo col Real».
DERBY – «Era scritto che il Milan vincesse senza di me».
ADDIO AL MILAN – «Era arrivata una conclusione fisiologica. I derby l’hanno accelerata. Perderne sei di fila mi ha fatto male, naturale. Sopratutto i due di Champions, anche perché hanno tolto valore a un grande risultato: essere tornati in semifinale dopo 16 anni».
QUANDO HA CAPITO CHE AL MILAN ERA FINITA – «C’è stato un momento preciso. Ritorno dei quarti di Europa League, Roma Milan all’Olimpico. All’andata avevamo perso 1-0. In spogliatoio, prima del match, feci un discorso da pelle d’oca, uno miei più sentiti di sempre. Ero sicuro di passare. Invece alla squadra non arrivò nulla e in campo fece poco. Lì mi accorsi che non bastava più. L’empatia si era guastata».
RIMPIANTI – «Nessuno. Per me esiste solo un metro per valutare un’avventura professionale: valutare una squadra come l’ho trovata e come l’ho lasciata. Tutto ciò che è accaduto in mezzo, di buono e cattivo, fa parte del percorso e va accettato».
IL PERCORSO AL MILAN – «Per 5 anni ho dato al Milan ho dato tutto quello che avevo per far felice club, giocatori e tifosi. Ma non ho ricevuto in cambio meno di quello che ho dato. I conti tornano. Ho vissuto emozioni inimmaginabili e indimenticabili. Sono grato per sempre».
LO SCUDETTO – «Al gol di Tonali alla Lazio, Giroud, un po’ felice per il gol importantissimo, un po’ seccato perché lo avevo tirato fuori, mi salta addosso e mi butta a terra. Pochi se ne sono accorti. E poi la festa scudetto e la gioia dei miei amici a Sassuolo. Pochi ricordano oggi com’era giovane quella squadra. Abbiamo fatto un lavoro mentale incredibile. Io auguto al Milan tanta giona del genere anche in futuro e tutto il bene possibile. Con il cuore».
IBRAHIMOVIC DIRIGENTE – «Quando affronti un mestiere nuovo devi imparare tante cose e cresci anche attraverso gli errori. Zlatan è intelligente, crescerà e farà bene».
INTER PIU’ FORTE – «Si, anche se l’Atalanta è cresciuta grazie al lavoro eccezionale di Gasperini, ma anche dei Percassi. Mi è piaciuta un’intervista recente di Ancelotti in cui spiega che è venuto fuiri dal momento difficile e dal 4-0del Barcellona grazie all’appoggio della società. E’ così, l’ho provato. Non ci può essere progetto vincente senza una società forte alle spalle».
NAPOLI – «Conte per il campionato italiano è una garanzia. Gli hanno rinforzato la squadra e ha settimane libere da coppe. Lotterà fino alla fine».