Calcio e Finanza
·15 May 2025
Pirelli, niente accordo coi cinesi di Sinochem sulla governance: si accende lo scontro con Camfin

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·15 May 2025
Si accende lo scontro tra i soci di Pirelli e i cinesi di Sinochem sulla governance. Per il momento, infatti, Pirelli non è riuscita a raggiungere un’intesa con Sinochem per risolvere le questioni di governance connesse al “passaporto cinese” del principale azionista della Bicocca. Queste criticità rischiano di ostacolare o comunque complicare l’ingresso del gruppo sul mercato statunitense. Di fronte all’impasse, la dirigenza capitanata da Marco Tronchetti Provera ha confermato la volontà di portare avanti l’attuale strategia, che “i risultati supportano” e che il mercato riconosce positivamente, facendo leva sul sostegno degli azionisti storici riuniti in Camfin (tra i quali anche l’ex proprietario dell’Inter Massimo Moratti), sulla trasparenza verso il mercato e sull’aderenza alle disposizioni del “Golden Power”.
Durante la presentazione dei risultati trimestrali, chiusi con un utile in aumento del 26,7% a 127 milioni e con ricavi cresciuti del 3,7% a 1,76 miliardi, Pirelli ha comunicato “il termine delle trattative” con Sinochem “per tentare di risolvere le problematiche legate allo sviluppo sul mercato statunitense”, specificando che le stesse “allo stato non hanno avuto esito positivo”. Non solo “le proposte avanzate da Pirelli a Sinochem sono state infatti rifiutate”, ma anche “i consiglieri espressione” della compagnia cinese, che detiene il 37% del capitale della Bicocca, hanno notificato al consiglio di amministrazione “di aver presentato una proposta agli uffici del Golden Power” senza che essa sia “stata condivisa con Pirelli”.
Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo, ha espresso sorpresa per l’atteggiamento del socio cinese, pur dichiarandosi fiducioso che “presto o tardi” si arriverà a una soluzione “ragionevole” e che Sinochem “si riallineerà con gli interessi di Pirelli”. Ha aggiunto che “nella mia vita non ho mai visto un socio votare contro gli interessi della società, sarebbe come spararsi nei piedi”, ricordando che “c’è il mercato e ci sono le regole del mercato. Se non motivi il tuo comportamento contro gli interessi della società ci sono delle conseguenze”.
Lo scontro si è acuito dopo che Pirelli, in occasione dell’approvazione del bilancio 2024, ha dichiarato decaduto il controllo esercitato da Sinochem sulla società, una decisione che il gruppo cinese ha contestato aspramente. Pirelli ha descritto tale iniziativa come “un primo passo”, seppur “non risolutivo”, per adattare la governance aziendale alle normative statunitensi relative ai veicoli connessi. Queste normative penalizzano le imprese con legami con la Cina e potrebbero compromettere la presenza di Pirelli – e dei suoi cyber tyre – negli Stati Uniti, un mercato che rappresenta il 20% del fatturato globale e il 40% dei ricavi nel segmento ‘high value’.
“Forte” di performance che attestano “l’ottimo andamento” della società “nonostante il difficile quadro economico e geopolitico” e dell’”apprezzamento” ricevuto dai clienti per la tecnologia cyber tyre, “il management” della Bicocca – come riportato nella nota ufficiale – “rimane fiducioso che con il supporto degli azionisti storici e del mercato gli interessi di Pirelli saranno pienamente tutelati nel rispetto di tutti gli stakeholder”. L’azienda resta inoltre disponibile a valutare soluzioni che le consentano una piena conformità anche con le norme del mercato statunitense e continuerà a impegnarsi per garantire la sua crescita in un mercato strategico come quello Usa.
Da parte di Camfin – l’altro socio forte di Pirelli, che rappresenta gli interessi di Tronchetti, Intesa Sanpaolo e Unicredit – è giunta “la conferma del proprio supporto alle strategie di Pirelli”, unitamente alla constatazione dell’”atteggiamento non collaborativo e apparentemente non motivato di Sinochem” nel tentativo di “risolvere le problematiche legate allo sviluppo sul mercato Usa”. Camfin ha inoltre avvertito che “qualora non si riuscisse a definire rapidamente l’attuale situazione con Sinochem”, sarà necessario considerare le conseguenze di tali comportamenti su Pirelli e sul “patto parasociale” in essere con i cinesi.
Un possibile sostegno a Pirelli potrebbe anche arrivare dalle istituzioni italiane, attraverso “la decisione” – ormai imminente, secondo Tronchetti – sul potenziale mancato rispetto delle prescrizioni del “golden power” da parte di Sinochem.