Calcio e Finanza
·2 December 2025
Procuratore Antimafia: «Risposte timide dal calcio sui legami mafiosi: rapporto malato tra club e tifosi»

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·2 December 2025

In occasione del seminario “Le mafie nello sport. Lo sport contro le mafie”, tenutosi all’Università Lumsa di Roma, il sostituto procuratore nazionale presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Antonio Ardituro, ha parlato del rapporto esistente fra criminalità organizzata e sport, con particolare riferimento al calcio.
«Vorrei dedicarmi al tema dell’infiltrazione delle mafie nello sport e in particolare nel calcio perché è lo sport più diffuso sul territorio nazionale, è lo sport per eccellenza, quello che fa più partecipazione, lo sport intorno al quale c’è un grande giro di affari, quindi il primo punto fermo è che dove ci sono grandissimi interessi economici, c’è un focus di attenzione delle organizzazioni criminali e mafiose – ha dichiarato Ardituro –. Abbiamo traccia dell’infiltrazione diretta di organizzazioni mafiose in società di calcio. Infiltrazione diretta significa che organizzazioni mafiose hanno assunto nel tempo, è emerso negli atti giudiziari di importanti inchieste, il controllo di società di calcio, società dilettantistiche, qualche volta anche società professionistiche, magari di serie minori. È un fenomeno molto presente nei territori più periferici, però è un fenomeno particolarmente importante».
«Ci sono due grandi interessi che le organizzazioni mafiose hanno nell’assumere diretto controllo di società di calcio. Il primo che vi propongo non è quello economico, ma l’altro caposaldo che motiva le organizzazioni criminali a infiltrare lo sport e il calcio: il consenso – ha proseguito il sostituto procuratore nazionale presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo –. Le organizzazioni criminali esistono, sopravvivono alle azioni giudiziarie e alla repressione, anche consistente, messa in campo dallo Stato, dalla magistratura, dalle forze di polizia giudiziaria, in quanto hanno spesso un significativo consenso sul territorio nel quale operano e il calcio è uno strumento con il quale si fa consenso».
«Poi naturalmente una società di calcio, magari ad un livello non propriamente di piccole dimensioni o di piccoli paesi, ma di cittadine più consistenti con un livello anche più significativo di approfondimento delle reti relazionali ed economiche sul territorio, può essere il veicolo di alcune attività illecite, per esempio il piccolo ma facile riciclaggio. Pensate che tutte queste società di calcio, anche le più piccole, si reggono sulle sponsorizzazioni, spesso numerose, ma le sponsorizzazioni sono un meccanismo abbastanza semplice per compiere attività di riciclaggio da parte di organizzazioni mafiose», ha spiegato Ardituro.
In merito al ruolo dello sport per contrastare questo fenomeno: «Se non c’è una forma di reazione a quel principio per cui il mondo del calcio si sente fuori dal contesto del controllo di legalità assicurato in tutti gli altri settori, perché poi le risposte anche delle istituzioni sportive sono risposte timide, molto timide, nei confronti delle società, dei calciatori, degli allenatori, dei tesserati in genere, è di tutta evidenza che il fenomeno continuerà a crescere e che ci troveremo di fronte a situazioni sempre meno pulite dal punto di vista della legalità e della trasparenza».
«Potremmo dire che tutto questo non c’entra con il calcio e le società , purtroppo non è così, perché – ha proseguito Ardituro – c’è un rapporto tra le società di calcio e la tifoseria organizzata che molto spesso diventa malato e che consente, e in questo c’entrano le società e anche le istituzioni sportive, i regolamenti, le norme che noi utilizziamo, di considerare le curve come un luogo extraterritoriale, dove non c’è la giurisdizione e non c’è il controllo da parte delle organizzazioni dello Stato, sportive, del calcio, delle società, per cui in curva tutto può accadere, le organizzazioni criminali possono controllare fenomeni grossi, perché parliamo di stadi importanti intorno ai quali girano affari. Si tratta delle aree di parcheggio, la gestione degli stewart, la concessione dei biglietti e degli abbonamenti ai gruppi organizzati, cioè si crea un filo tra società e tifoserie organizzate che però non sono fatte di tifosi appassionati che cantano i cori e portano le bandiere, ma sono organizzazioni criminali che hanno delle infiltrazioni di carattere mafioso».
Infine, Ardituro fa degli esempi pratici: «C’è un altro tema complesso, che interessa la Serie A e la Serie B, e che oggi rappresenta un grande problema per il quale il mio ufficio segue queste vicende, quello delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali camorristiche nelle tifoserie organizzate e del rapporto tra le tifoserie organizzate e le società di calcio, perché è un doppio livello che bisogna intercettare, che bisogna identificare e che rappresenta veramente il cuore del problema. Abbiamo esempi clamorosi, perché se io vi parlo di Juventus, di Inter, di Milan, di Roma, di Lazio, di Napoli, vi sto parlando del calcio che ci piace quello che vediamo alla domenica sportiva».
«E proprio questo nostro calcio, però ci ha presentato le infiltrazioni di ‘ndrangheta nelle tifoserie organizzate della Juventus; un processo di appena un anno fa, ha individuato infiltrazioni radicate ai livelli più alti della tifoseria organizzata del Milan e dell’Inter, che sono sfociate in regolamenti di conti con omicidi; le vicende di Diabolik della Lazio. Fenomeni che in passato hanno interessato la tifoseria organizzata del Napoli, di cui mi sono occupato direttamente. In questo momento, il mio ufficio con tre diverse procure della Repubblica ha ottenuto da tre diversi tribunali che si occupano di misure di prevenzione, provvedimenti di amministrazione giudiziaria di tre società di calcio professionistiche, due militano in Serie C, sono il Crotone ed il Foggia, una milita in Serie B è la Juve Stabia. Il mio ufficio sta continuando a svolgere degli accertamenti anche sui fatti milanesi dell‘Inter e del Milan. Ci troviamo di fronte a un fenomeno enorme, ma io sfido voi a sapere che qualcuno si è occupato dal punto di vista del dibattito pubblico di fatti così gravi che stanno accadendo», ha concluso Ardituro.









































