Inter News 24
·18 October 2025
Prohaska non si nasconde: «Roma Inter? Due grandi squadre, ecco come finirà»

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DIPLOMATICO – «No, direi più… emotivo. Parla il mio cuore: io sono un po’ milanese e un po’ romano. Non vorrei che nessuna delle due perdesse, anche se stavolta il pari serve solo al Napoli del mio amico Lele (Oriali, ndr). Per me l’Inter resta comunque la migliore della A, ma occhio alla Roma dopo questa partenza a razzo».LA ROMA – «Concedono poco, difendono bene: sembrano più una squadra di Ranieri! Ma l’ho imparato in Italia, comandano solo i risultati, quindi bene così: se poi trovano continuità davanti, possono diventare molto pericolose, anche se lo scudetto è un po’ troppo».UN “PROHASKA” IN CAMPO ALL’OLIMPICO – «Uno elegante come me? (ride, ndr). Spero solo che qualcuno ci faccia divertire e, nello stesso tempo, riesca ad aiutare la squadra. Se devo fare un nome, più che Soulé, dico Mkhitaryan che è cervello e piedi insieme».KONÉ – «Mi pare il classico giocatore moderno che varrà una montagna di soldi. Al momento, mi pare più adatto alla Roma, all’Inter tra Calhanoglu, Mkhitaryan e Barella dove lo metti? Ho la sensazione che, alla fine, sarebbero rimasti loro i titolari».SUCIC – «Lo sto seguendo con attenzione, all’inizio pensavo fosse quello che era qui al Salisburgo, poi ho scoperto che Petar era il cugino: anche l’interista è molto interessante, ha qualità e visione».PIO ESPOSITO – «Non so se si parli troppo di lui, ma è un grande talento, forse quello che mancava all’Italia. A proposito, spero non facciate più scherzi: senza di voi, che Mondiale è? Giocare all’Inter con Thuram e Lautaro non è facile, anche il nostro Arnautovic è rimasto schiacciato, mentre a Roma non c’è tutta questa qualità davanti. Molto o tutto passa dai piedi di Soulé e di Dybala, che però gioca troppo poco».IL CANTIERE DI CHIVU – «Mi pare molto avanti, ed è sorprendente perché la squadra arriva da una finale di Champions: sa che deve vincere subito, altrimenti sarà già in discussione».GASP E CHIVU COME LIEDHOLM E BERSELLINI – «Sono uomini di altri tempi quei due, uno più duro e l’altro più paterno: ho avuto fortuna a conoscerli. Posso solo augurare agli allenatori di oggi di essere grandi come loro…».
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