Calcionews24
·5 July 2025
PSG Bayern Monaco: tre cose che non hai notato

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·5 July 2025
Al di là del risultato di 2-0 che ha proiettato il PSG in semifinale del Mondiale per Club, la sfida contro il Bayern Monaco è stata un condensato di dramma, tattica e momenti quasi surreali che hanno definito la serata di Atlanta. Oltre alle parate dei portieri e agli errori dei singoli, sono tre le istantanee che raccontano una storia più profonda: un’invenzione fallita che ha sfiorato il ridicolo, un infortunio che ha gelato lo stadio e un finale caotico in cui la tecnologia è diventata l’arbitro supremo del destino.
1. La punizione “assurda” del PSG. A inizio ripresa, il PSG si guadagna una punizione da posizione interessante. Quattro giocatori si riuniscono in un lungo conciliabolo, come a preparare uno schema rivoluzionario. Il risultato è tragicomico: Hakimi si accuccia sul pallone e lo tocca in avanti, ma nessuno dei suoi compagni capisce l’intenzione. La palla viene intercettata tra i mormorii divertiti del pubblico. Questo episodio, apparentemente banale, è la fotografia di una squadra che a volte rischia di perdersi in un “surplus di raffinatezza”, un eccesso di pensiero che, invece di creare un vantaggio, genera confusione e spezza il ritmo.
2. L’infortunio di Musiala e il pudore della tv. Poco prima dell’intervallo, il gioco si ferma. Jamal Musiala, uno dei talenti più puri in campo, resta a terra dopo un contrasto. Le immagini non vengono mostrate, ma i volti sconvolti dei giocatori, a partire da quello di Donnarumma, fanno capire subito la gravità della situazione. La sua caviglia si è piegata in modo innaturale. Questo non è solo un infortunio: è l’evento che getta un’ombra cupa su una partita fino a quel momento vibrante. È il momento in cui la competizione passa in secondo piano di fronte al dramma umano, un silenzio irreale che ha raffreddato gli animi e condizionato psicologicamente l’inizio della ripresa. Non ci sono stati replay, ma sui social circolano talmente tanto fotogrammi che il pudore della tv è quasi inutile.
3. Il rigore concesso e cancellato dal VAR. In un finale incandescente, con il PSG in nove uomini, l’arbitro fischia un rigore per il Bayern per un presunto fallo di Nuno Mendes su Müller. Sembra la beffa finale, l’episodio che può riaprire tutto e portare la sfida ai supplementari. Ma il VAR richiama il direttore di gara al monitor, che dopo aver rivisto l’azione si corregge: nessun contatto, nessun rigore. Questo momento è la sintesi perfetta del calcio moderno: la tecnologia che interviene nel caos più totale, tra espulsioni e assalti finali, per emettere il verdetto definitivo. Non un gol, non una parata, ma un fischio annullato è l’ultimo, evento che ha sigillato la qualificazione del PSG.