Pagine Romaniste
·9 January 2025
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Dopo la prima parte pubblicata nella giornata di ieri, quest’oggi sulle colonne del Corriere dello Sport è presente il proseguo dell’intervista a Claudio Ranieri. Queste le parole del tecnico della Roma:
Claudio, Pellegrini resta davvero? “Sono sicuro di sì. Però voglio chiarire una cosa”
Quale? “Non è stato lui a insistere per scendere in campo nel derby. In tanti anni nessun giocatore mi ha mai chiesto di giocare. Con Lorenzo sono bastate poche parole il sabato mattina. Io non faccio discorsi lunghi, non perdo tre ore a parlare con la squadra. I giocatori hanno una soglia di attenzione di otto secondi. Spesso basta una battuta fatta bene. De resto anche il Papa ha detto recentemente che le omelie devono essere più brevi”.
Usti! Hai scelto un paragone da niente.
Ride. “Avevo deciso di tenere Lorenzo in panchina, ma nei suoi ho visto una luce differente, aveva gli occhi pieni di luce. Ho capito che la voglia di esserci, di giocare, era enorme. E ho cambiato idea. È andata bene a entrambi. Diciamo che un po’ di esperienza me la sono fatta”.
Claudio, non senti anche tu il dolce profumo della restaurazione?
“In che senso? Sento solo il profumo della Roma e di Trigoria”.
In definitiva sei tornato alla Roma per…?
“Rimetterla in moto e porre delle basi solide, la Roma deve tornare a lottare per qualcosa di importante, per lo scudetto. È finito il tempo della Rometta, ora c’è la Roma, i Friedkin sono abituati a pensare in grande…. Cerco di fare quello che so e posso. In un secondo tempo metterà la mia esperienza al servivo della società”.
Intendi al momento delle scelte per la prossima stagione.
“Precisamente”.
Consulente ad personam.
“Non mi sembra che tu possa considerarla una notizia”.
Dammi una gioia: ti sei mai incazzato di brutto?
“Certo, ma chi si ricorda…”.
Non è un bel segnale.
“Sono giovane, solo i vecchi ricordano, io vivo l’oggi. E comunque sì, al Chelsea feci volare il tavolo con tutte le vitamine, bottiglie e altro. Tavolo e sedie, non dico che sfasciai lo spogliatoio, ma quasi…”
Per quale motivo?
“E chi si ricorda…”
Aridaje.
“Ti dico quando ho provato dispiacere”.
A Como.
“Per quell’orribile secondo tempo. Ero molto amareggiato, la partita era cambiata e non siamo stati capaci di leggerla. Posso anche perdere, ma se c’è stata la prestazione l’amarezza passa più in fretta”.
Totti ha letto l’intervista: pare che abbia il telefono spento.
Altra risata.