Ricci, quando il viaggio in azzurro fa tappa nel continente nero: “L’Africa mi ha aiutato a crescere, sogno il Mondiale e di mettere su famiglia” | OneFootball

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·21 May 2025

Ricci, quando il viaggio in azzurro fa tappa nel continente nero: “L’Africa mi ha aiutato a crescere, sogno il Mondiale e di mettere su famiglia”

Article image:Ricci, quando il viaggio in azzurro fa tappa nel continente nero: “L’Africa mi ha aiutato a crescere, sogno il Mondiale e di mettere su famiglia”

È cresciuto con la maglia azzurra cucita addosso, prima nel vivaio dell’Empoli e poi con le nazionali giovanili, che lo hanno visto salire passo dopo passo dall’Under 17 all’Under 21 per poi completare la scalata nel gennaio 2022, quando l’ex Ct Roberto Mancini lo ha convocato per la prima volta in vista degli spareggi per il Mondiale. Volto da bambino, piedi educati e personalità da grande, Samuele Ricci è definitivamente sbocciato lo scorso 6 settembre a Parigi, nel giorno della rinascita della Nazionale all’indomani della delusione per l’Europeo tedesco. Al Parco dei Principi, all’esordio da titolare contro i vice campioni del mondo in carica, ha dimostrato per quale motivo l’abbiano accostato sin da giovanissimo ad altri enfant prodige del nostro calcio come Andrea Pirlo e Sandro Tonali: “I miei familiari – racconta nell’intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV in occasione dell’ultimo raduno della Nazionale – sono stati e sono tuttora i miei primi tifosi. L’unica partita in cui non sono venuti perché erano in vacanza è stata quella con la Francia, forse la più importante della mia carriera…”, sottolinea sorridendo per poi ribadire che “è grazie all’educazione che mi hanno dato i miei genitori se oggi sono qua”.

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LEADERSHIP E PERSONALITÀ. A ventitré anni sa già che vuol dire indossare la fascia da capitano e, con oltre 100 presenze in maglia granata, è ormai un punto fermo della squadra di Paolo Vanoli: “Mi sono sempre sentito un po’ più grande rispetto alla mia età – racconta nella rubrica ‘Questo sono io’ - caratterialmente sono sempre stato predisposto ad essere autonomo e, anche per via del calcio, sono andato a vivere da solo prima”. La crescita passa prima dalla testa che dai piedi: “Sto lavorando sulla personalità e sulla mia presenza sul campo. Poi ci sono le cose tecnico-tattiche, dalla fase difensiva a quella di realizzazione, dove devo migliorare molto”.


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L’AFRICA NEL CUORE. Una vacanza gli ha cambiato la prospettiva, il modo di vedere le cose. In Namibia ha scoperto il fascino del continente nero, un legame che si è rafforzato con altri due viaggi in Kenya e Madagascar: “L’Africa mi ha aiutato a crescere, quando vai in quei posti vedi tanta povertà, sono esperienze che ti aprono gli occhi su tantissime tematiche. Ci sono ragazzi e famiglie che non hanno niente, ma che sono lo stesso molto felici”.

BEFFA ORANGE. Sette anni fa. È il 20 maggio 2018 e a Rotherham, Contea del South Yorkshire in Inghilterra, va in scena la finale del Campionato Europeo Under 17. Di fronte Italia e Paesi Bassi. Passano per primi gli Orange, ma al 61’ Samuele Ricci con un gran tiro dalla distanza realizza il gol del momentaneo pareggio. Un altro centrocampista talentuoso ma che per ora ha avuto una carriera meno fortunata, Alessio Riccardi, porta avanti gli Azzurrini, nel finale però Brian Brobbey segna il 2-2 e gli errori dal dischetto di Armini e Vergani condannano l’Italia: “Ho avuto la fortuna di giocare in quasi tutte le Nazionali giovanili – racconta Ricci al microfono della piattaforma OTT della FIGC - a cominciare dall’Under 17. Ho vissuto la batosta della finale dell’Europeo persa ai rigori, ma anche quella mi è servita. È stata una bellissima esperienza, abbiamo passato un mese in Inghilterra e si era venuto a creare un ottimo gruppo. Con alcuni compagni come Rovella e Fagioli ci siamo ritrovati qui”.

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DA MANCINI A SPALLETTI. La prima chiamata con la Nazionale dei grandi arriva nel gennaio 2022 e il 4 giugno, a 20 anni, Samuele fa il suo esordio a Bologna entrando all’86’ del match di Nations League con la Germania. Se a battezzarlo in azzurro è Roberto Mancini, il padrino di Cresima è Luciano Spalletti. Il tecnico di Certaldo apprezza le qualità del centrocampista granata, compresa la capacità di ricoprire più ruoli in mezzo al campo. Dopo averlo inserito nella lista dei preconvocati per l’Europeo, a settembre il Ct lo promuove per la prima volta titolare in Francia, quando l’Italia batte 3-1 Mbappé e compagni dimostrando di aver voltato pagina: “La chiamata di Mancini è stata bella e inaspettata, da lì ho continuato a venire in Nazionale con Spalletti e anche con lui si è creato un bellissimo rapporto. Adesso devo dare continuità e lavorare come sto facendo”. La corsa verso il Mondiale inizierà tra due settimane, a Oslo con la Norvegia gli Azzurri sono attesi subito da un esame molto impegnativo: “La Nazionale di oggi è consapevole delle proprie potenzialità, è una nazionale matura. Ci sono tanti giovani, è vero, ma molti giocano ad alti livelli e imparo tanto da loro”. Giusto quindi guardare al futuro con ottimismo, nei pensieri non c’è solo il calcio: “Sogno di continuare con la maglia azzurra, partecipare a un Mondiale e cercare di vincerlo, chissà…E poi mi piacerebbe molto mettere su famiglia”.

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