Roma, Rensch racconta le differenze tra Serie A e Eredivisie: «In Olanda se vinci 1-0 giocando male ti criticano» | OneFootball

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Calcionews24

·13 June 2025

Roma, Rensch racconta le differenze tra Serie A e Eredivisie: «In Olanda se vinci 1-0 giocando male ti criticano»

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Roma, Rensch racconta le differenze tra Serie A e Eredivisie. Le dichiarazioni dell’esterno ex Ajax dal ritiro con la nazionale under 21 olandese

Intervistato da De Telegraaf, Devyne Rensch, esterno della Roma, in occasione del suo ritiro con l’Olanda Under 21 con cui sta disputando l’Europeo di categoria, ha parlato delle differenze tra il campionato italiano e quello olandese, da lui vissuto con l’Ajax.

ITALIA – «L’Italia? Il tempo e il cibo sono buoni. Roma è una città fantastica. Ma sono lì per il calcio e la bellezza dei paesaggi mi spinge a impegnarmi di più, invece di stare a guardare»


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INFORTUNI – «Nel mio primo semestre ho sofferto di piccoli infortuni, il che mi ha impedito di essere completamente in forma per alcune partite. È stato tutto frenetico. Arrivi in ​​un altro paese, sei impegnato in tante cose, devi organizzare un trasloco. Credo che tutto questo abbia contribuito. Fortunatamente, ora sono in forma e mi sento molto bene».

TIFO ROMA – «I tifosi sono fantastici, qualcosa di cui essere orgogliosi. Sono un giocatore che si adatta rapidamente a tutto, nella vita e nel calcio. Si nota come in Italia si viva per il calcio e per la squadra. È bello vederlo e loro lo trasmettono anche a te. In questi casi, vuoi dimostrarlo in campo».

RAPPORTO CON SALAH-EDDINE – «Parliamo olandese insieme. Mangiamo insieme, facciamo tutto insieme. Non è solo un compagno di squadra, ma anche un buon amico. Sono in squadra con Anass fin dai tempi dell’Ajax Under 16. Quindi ci conosciamo molto bene e lui sa che lo sostengo sempre e che sarà sempre così».

DIFFERENZE – «La mentalità vincente. Anche all’Ajax volevamo vincere tutto, ma nel calcio olandese si ricevono molte critiche se si vince 1-0 con un calcio che non piace. In Italia, invece, sono i tre punti a contare più di tutto. Anche se tiri venti palloni fuori dallo stadio. Tre punti sono tre punti e il resto non conta. Lo si vede in partita. Ci sono molti più duelli, uno-contro-uno da vincere, c’è lotta su ogni pallone e le differenze tra le due squadre sono spesso minime».

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