Rugani Juventus, l’agente parla senza filtri: «Da Cristiano Ronaldo in poi i tifosi hanno un po’ la puzza sotto il naso». L’analisi | OneFootball

Rugani Juventus, il procuratore del difensore analizza il momento bianconero: i tifosi hanno il palato fine dopo Cristiano Ronaldo, troppi infortuni

La Juventus sta vivendo una fase di ricostruzione sotto la guida di Luciano Spalletti, cercando di ritrovare continuità di risultati e un’identità forte dopo un avvio di stagione complicato. In questo contesto, il rapporto con la tifoseria gioca un ruolo cruciale.

A intervenire sul clima che si respira attorno alla Vecchia Signora è stato Davide Torchia, agente del difensore bianconero Daniele Rugani. Intervenuto ai microfoni di Radio Bianconera, il procuratore ha offerto un’analisi schietta sulle aspettative del pubblico juventino, spesso diviso tra la richiesta di bel gioco e quella di vittorie, specialmente negli ultimi anni.

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TIFOSI E PALATO FINE – «Un po’ il tifoso della Juve ha sempre avuto il palato fine. Quando si vinceva senza gioco non erano contenti; quando è successo il contrario, ci si lamentava comunque. Da Ronaldo in poi i sostenitori bianconeri hanno un po’ la puzza sotto il naso»

Torchia si è poi soffermato sulle difficoltà oggettive che la squadra sta affrontando, tra un calendario fitto di impegni cruciali e l’emergenza in infermeria, aggravata dal recente stop di Dusan Vlahovic e dalle assenze nel reparto arretrato.

PARTITE DECISIVE – «Ci sono molte partite da dentro o fuori. La situazione di Vlahovic e degli altri indisponibili non aiuta»

Infine, una chiosa sul calciomercato e sui prezzi che circolano per i giovani talenti, con un riferimento specifico a Marco Palestra, talento in prestito al Cagliari dall’Atalanta e accostato ai bianconeri.

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MERCATO E PREZZI – «Quaranta milioni per Palestra? Con tutto il rispetto per il ragazzo, non condivido. Basta che un giovane faccia qualcosa di buono e subito le pretese si alzano. È il meccanismo del mercato. Se lo chiede il PSG puoi permetterti certe richieste, con un club italiano la situazione è diversa»