Sneijder esalta Chivu: «Sono sicuro che diventerà un ct, mi ricordo quando eravamo in stanza insieme e…» | OneFootball

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Inter News 24

·8 November 2025

Sneijder esalta Chivu: «Sono sicuro che diventerà un ct, mi ricordo quando eravamo in stanza insieme e…»

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L’ex centrocampista dell’Inter, Wesley Sneijder, ha parlato così dell’attuale tecnico nerazzurro e suo ex compagno Cristian Chivu

Un attestato di stima profondo, che arriva da un ex compagno di squadra e di stanza. L’ex trequartista dell’Inter del Triplete, Wesley Sneijder, è intervenuto ai microfoni di Superbet per parlare, tra i vari temi, anche di Cristian Chivu, attuale allenatore della Beneamata. L’olandese ha svelato un retroscena del loro periodo condiviso ad Appiano Gentile, dove i due condividevano la camera nel centro di allenamento.

Sneijder ha ricordato Chivu come un professionista concentrato, spesso al suo computer a parlare con la fidanzata, ma capace di mostrare una grande intelligenza nelle loro discussioni private sul calcio. Proprio questa qualità ha spinto l’ex numero 10 a fare una previsione importante sul futuro del tecnico romeno: si è detto sicuro che un giorno Chivu diventerà l’allenatore della nazionale (rumena, ndr).


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L’olandese ha elogiato il carisma dell’ex difensore, ricordando come arrivò giovanissimo all’Ajax e ne divenne immediatamente capitano grazie alla sua personalità da leader, capace di guidare la squadra dalla retroguardia. Sneijder ha concluso il suo ritratto definendo Chivu un “vero gentiluomo” anche al di fuori del campo, confermando la grande impressione che l’attuale tecnico nerazzurro ha sempre fatto sui suoi compagni.

SU CHIVU – «Nel centro di allenamento, condividevamo sempre la stanza. Un letto qui, un letto là (indica la destra e la sinistra, ndr) e la TV sopra. Non gli importava cosa ci fosse in TV. Era sempre con il suo portatile e parlava con la sua ragazza: ‘Cosa fai, tesoro?’».

LA SUA PREVISIONE – «Sono sicuro che un giorno diventerà allenatore della nazionale. Non cercava di interrompere troppo né di parlare tanto con gli allenatori, teneva le cose per sé, ma quando ero in stanza con lui e parlavamo di calcio era molto intelligente. Arrivò all’Ajax e ne divenne subito capitano, grazie alla sua personalità. Guidava la squadra dalla retroguardia, avevamo bisogno di giocatori così all’Ajax. E il modo in cui si comportava fuori dall’allenamento… un vero gentiluomo».

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