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·15 October 2025
Torino, cerimonia per Gigi Meroni: il ricordo del club e la storia della farfalla granata – FOTO

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·15 October 2025
«Un simbolo di estri bizzarri e libertà sociali in un paese di quasi tutti conformisti sornioni». Così, scrisse Gianni Brera di Gigi Meroni. Poche parole, quanto basta per far fotografare uno dei calciatori più iconici e rappresentativi della storia del Torino. Questa mattina nei pressi del cippo a lui dedicato nei pressi di Corso Re Umberto si è tenuta la consueta commemorazione dedicata al ricordo della scomparsa della farfalla granata. Sono infatti trascorsi 58 anni da quando il ventiquattrenne nato a Como fu coinvolto in un tragico e fatale incidente all’altezza del Civico 46.
Ala destra di eccezionale talento e personalità, iniziò la carriera nel Como, passando poi al Genoa nel 1962, dove stupì per il suo dribbling funambolico e una tecnica sopraffina: prerogative che lo portarono alla vittoria della Coppa delle Alpi. Nel 1964 ecco il passaggio al Torino per una cifra ai tempi da record, diventando un simbolo del “tremendismo granata” allenato da Rocco. Meroni, era un artista non solo in campo (dove giocava con calzettoni abbassati e il numero 7), ma anche fuori: disegnava abiti, dipingeva (celebre il suo autoritratto), e amava musica (primi su tutti i Beatles) e lettura, vivendo in modo estroso e anticonformista.
Idolo dei tifosi, il suo paventato trasferimento alla Juventus scatenò una protesta popolare che ne impedì la cessione. In campo, la sua genialità culminò nel marzo 1967 con uno storico gol in pallonetto contro la “Grande Inter” di Herrera, interrompendo una striscia di imbattibilità dei nerazzurri. Un calciatore «Bello, come un gol in rovesciata» ha decantato Don Riccardo Robella nell’omelia odierna. Presenti anche alcuni ex compagni di squadra – come Renato Zaccarelli e Angelo Cereser – e tanti tifosi di tutte le generazioni.