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·13 April 2025

Ultras, l’omicidio di Boiocchi alla base della «saldatura tra le curve» di Inter e Milan

Article image:Ultras, l’omicidio di Boiocchi alla base della «saldatura tra le curve» di Inter e Milan

L’eliminazione del capo ultras nerazzurro Vittorio Boiocchi potrebbe essere alla base del «processo di forte saldatura» tra le tifoserie di Milan e Inter. Una saldatura necessaria in primis per gli affari, che volano grazie ai punti di contatto tra i due direttivi. E a cui il leader degli ultras interisti ucciso nell’ottobre 2022, che rappresentava quindi la «vecchia guardia» degli spalti, non poteva che essere contrario.

È una delle ipotesi clamorose – scrive l’edizione odierna de Il Giornale – ricostruita dagli agenti della Squadra mobile di Milano, negli atti dell’inchiesta dei pm sull’omicidio di Boiocchi, di cui l’ultrà interista Andrea Beretta sarebbe stato il mandante, per sua stessa ammissione.


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«Tra i soggetti non particolarmente convinti dell’unificazione delle sigle ultras vi era, prima della morte, lo stesso Boiocchi e non si può trascurare che per come si sono sviluppati i fatti in narrazione, l’eliminazione del capo ultras interista potrebbe aver favorito un processo di forte saldatura tra le due tifoserie».

Processo, segnalano gli agenti, «avviato in primis con l’unificazione delle varie sigle della curva interista il cui direttivo, mutuando l’organizzazione della Curva Sud fatta in passato da Luca Lucci (capo ultrà rossonero, ndr), a cui si sono rivolti, ha consentito un processo di unificazione di tutto il tifo organizzato interista sotto l’unica denominazione, cioè quella di “Curva Nord”».

Gli investigatori della mobile segnalano poi che «i vertici delle due tifoserie organizzate, i cosiddetti direttivi, sono solo formalmente su posizioni contrapposte ma, nella realtà, dialogano, si incontrano, si scambiano informazioni, assumono comuni decisioni vitali per l’esistenza dell’organizzazione, suddividono gli illeciti guadagni, insomma hanno molti punti di contatto».

La ricostruzione fa risalire la faida interna ai gruppi ultras – con Beretta che si pente e confessa a un certo punto di essere il mandante dell’omicidio di Boiocchi – a una data cruciale, la sera di Santo Stefano 2018. È questa serata folle di scontri tra ultras napoletani e interisti in cui venne ucciso Daniele Berardinelli – a fare partire la guerra tra i gruppi ultras interisti. Ed è in quel momento, come racconta in una prima fase Andrea Beretta ai pm, che accadono due cose: Boiocchi, da poco uscito dal carcere dopo 26 anni, estromette tutti i membri del vecchio direttivo, modificando gli assetti di potere e la galassia ultras si riunisce sotto lo stendardo della “Curva Nord”.

Questa diventa un “brand” che, grazie allo spirito imprenditoriale di Beretta, fa guadagnare molti soldi con il merchandising. Soprattutto con le vendite on line del negozio “We are Milano”, a Pioltello, di cui è titolare proprio Beretta. Ma questa svolta nel business degli ultras non piace a Vittorio Boiocchi. La sua accusa all’aspirante nuovo leader di fare la cresta sugli affari fa scattare l’omicidio.

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