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·1 August 2025

Un’estate da figli d’arte: tra ambizioni personali e quando il talento non basta

Article image:Un’estate da figli d’arte: tra ambizioni personali e quando il talento non basta

Figli d’arte nel calcio italiano: una nuova nidiata di seconde generazioni si affaccia al professionismo, tra speranze e dubbi

Un rigore può cambiare una carriera. Lo sapeva bene Francesco Totti, che dagli undici metri ha fatto poesia. E lo ha scoperto anche Christian Comotto, autore di un cucchiaio irriverente durante la tournée asiatica del Milan contro il Perth. Un gesto tecnico che ha subito fatto il giro dei social, suscitando entusiasmo ma anche qualche critica: «Si è già montato la testa», dicono gli odiatori di professione.

Eppure, come riportato da il Messaggero, quello di Comotto è un segnale incoraggiante per un calcio italiano che da anni sembra aver perso la magia. Il ragazzo è figlio dell’ex difensore Gianluca Comotto e sarà girato in prestito allo Spezia dopo la preparazione con Allegri. Un cognome importante, ma nessuna garanzia: non sempre nascere “figli di” spalanca le porte del grande calcio.


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Lo dimostra Cristian Totti, figlio del Capitano, che ha recentemente lasciato il calcio giocato per intraprendere una carriera da dirigente nella società del padre e dello zio. La verità è semplice: avere un cognome pesante può aiutare, ma senza talento non si va lontano.

Qualcuno però ce l’ha fatta. Daniel Maldini ha portato avanti la tradizione di famiglia dopo il nonno Cesare e il papà Paolo, trovando spazio prima al Monza e poi all’Atalanta. All’Inter brilla Marcus Thuram, figlio del leggendario Lilian. La Juventus ha il fratello minore di Marcus Khephren e anche Timothy Weah e Conceição, il Napoli (ancora per poco) Giovanni Simeone, e in Serie A si sono visti anche Terracciano e Justin Kluivert, quest’ultimo però mai davvero esploso.

Il problema, spesso, è proprio l’eredità: pesante, ingombrante, difficile da gestire. Nella storia del calcio pochi figli sono riusciti a eguagliare o superare i padri. Perché il fuoriclasse non si fabbrica: nasce con un talento puro che nemmeno i migliori consigli possono insegnare.

A provarci oggi ci sono Louis Thomas Buffon, figlio di Gigi, e Tobias Del Piero, centrocampista 2007 della Sanremese. Ma l’attesa più romantica è per Luca Celico Leite, figlio di Kakà, classe 2007: nei suoi dribbling e nel modo di toccare il pallone si rivede qualcosa di magico. E chissà che non riesca a scrivere una nuova pagina.

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