Alessandro Diamanti: “Conte disse cose che non mi piacquero, rifiutai la Juve. Mourinho non sapeva chi fossi” | OneFootball

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·28 de septiembre de 2025

Alessandro Diamanti: “Conte disse cose che non mi piacquero, rifiutai la Juve. Mourinho non sapeva chi fossi”

Imagen del artículo:Alessandro Diamanti: “Conte disse cose che non mi piacquero, rifiutai la Juve. Mourinho non sapeva chi fossi”

L’ex fantasista della Nazionale si racconta dall’Australia, dove allena le giovanili del Melbourne City: dal mancato approdo all’Inter voluto da Moratti all’offerta respinta della Juventus, fino al ricordo di Pirlo, Balotelli e del suo idolo Roberto Baggio.

Alessandro Diamanti: “Conte disse cose che non mi piacquero, rifiutai la Juve. Mourinho non sapeva chi fossi”

Alessandro “Alino” Diamanti è stato uno dei calciatori più riconoscibili del calcio italiano. Il suo mancino, la fantasia e la personalità lo hanno reso un giocatore amatissimo dal pubblico, anche se non ha mai vestito la maglia di una “grande” del nostro campionato. Oggi vive in Australia, dove allena le giovanili del Melbourne City, e continua a raccontarsi senza filtri: “Non ho mai inseguito i soldi, ho giocato per la gente. L’amore del pubblico vale più di cento trofei”.


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L’occasione mancata con Inter e Juventus

Diamanti ricorda bene i momenti in cui fu vicino a un grande club: “Nel 2009 Moratti mi voleva all’Inter. Mi chiamò e pensai fosse uno scherzo: ‘Sei il nuovo Recoba, devi giocare per noi’. Poi arrivò Mourinho, gli parlarono di me e lui disse: ‘Diamanti chi?’. Voleva un altro nome”.

Non solo Inter, anche Juventus e Napoli si interessarono a lui. Ma quando arrivò la chiamata bianconera, qualcosa non andò come previsto: “La Juve mi cercò più avanti, con tanti compagni di nazionale che spingevano per il mio trasferimento. Ma Conte disse delle cose che non mi piacquero e rifiutai. La notte dormii lo stesso, sia chiaro. Ero impulsivo, forse troppo, ma rifarei quella scelta”.

Il passaggio al West Ham e il ritorno in Italia

Alla fine fu il West Ham a convincerlo. Una trattativa rocambolesca, come ricorda l’ex fantasista: “Spinelli non voleva vendermi. Arriviamo all’ultimo giorno di mercato e lui cambiava idea ogni mezz’ora. Alla fine firmai a mezzanotte”.

Nonostante l’esperienza positiva in Premier League, Diamanti lasciò Londra per tornare in Italia: “Fu un errore lasciare l’Inghilterra, ma lo feci per la Nazionale. Lippi mi disse che per avere chance dovevo giocare in Italia. Così andai al Brescia”.

Il percorso in Nazionale e l’Europeo del 2012

La scelta lo premiò: Diamanti fu protagonista con la maglia azzurra e contribuì a portare l’Italia fino alla finale di Euro 2012. “A Prandelli devo molto, ha realizzato il mio sogno. Anche se poi non mi ha portato al Mondiale, non ho mai avuto rancore. Ho sempre seguito solo il mio credo”.

Pirlo, Balotelli e gli altri grandi compagni

Nel suo racconto non mancano i ricordi dei compagni più forti:

“Pirlo era un genio. Potevi dargli il pallone come volevi, lo restituiva perfetto. Abbiamo fatto 50 partite insieme, in 48 è stato il migliore in campo”.

“Balotelli a Euro 2012 era nella top 3 al mondo. I portieri non paravano i suoi tiri, si riparavano”.

E sulle punizioni, nessun dubbio: “Con Pirlo era impossibile giocarsele. Ne segnava da ogni posizione. Io una volta presi l’incrocio dei pali, e lui mi disse: ‘Te l’avevo detto che non avresti segnato…'”.

L’idolo: Roberto Baggio

Un capitolo speciale è riservato a Roberto Baggio: “Era il mio idolo assoluto. Cercavo di imitarlo in tutto: le scarpe, la fascia al braccio. A Bologna lo incontrai per caso e lo abbracciai per due minuti. Prima di tornare in Australia andrò a salutarlo”.

Oggi in Australia, senza rimpianti

Dopo esperienze anche in Cina, Diamanti ha trovato la sua dimensione in Australia: “L’Australia rispecchia la mia personalità: libera, passionale, con un’energia particolare. Non ho mai inseguito i soldi. Ho giocato per la gente”.

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