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Calcionews24

·9 de julio de 2025

Ancelotti condannato a un anno di prigione per frode fiscale: i dettagli

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Ancelotti condannato a un anno di prigione per frode fiscale: i dettagli. Sentenza pesante dalla Spagna per l’attuale ct del Brasile

Una sentenza pesante arriva dalla Spagna: Carlo Ancelotti, attuale commissario tecnico del Brasile, è stato condannato a un anno di reclusione per frode fiscale. La vicenda, che non comporterà il carcere effettivo in quanto la pena è inferiore ai due anni, si riferisce al suo primo periodo sulla panchina del Real Madrid.

La Sezione 30 del Tribunale Provinciale di Madrid ha ritenuto l’allenatore colpevole di aver evaso il fisco spagnolo per l’anno 2014, mentre lo ha assolto per le accuse relative al 2015. L’evasione contestata e confermata dalla sentenza ammonta a 386.361 euro.


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I dettagli della condanna e la multa

Oltre alla reclusione, la condanna per Carlo Ancelotti include una multa di pari importo della frode (386.361,93 euro) e la perdita del diritto a ricevere sovvenzioni o aiuti pubblici per un periodo di tre anni. Il tribunale ha stabilito che Ancelotti dovrà versare la somma evasa direttamente all’Agenzia delle Entrate spagnola come responsabilità civile. Inizialmente, la Procura aveva accusato il tecnico di un’evasione totale di oltre un milione di euro, sommando gli importi del 2014 e del 2015, ma la condanna ha riguardato solo il primo anno fiscale.

La difesa di Ancelotti sui diritti d’immagine

Il cuore della vicenda legale riguarda la gestione dei diritti d’immagine. Durante l’ultima udienza, l’allenatore si era difeso spiegando di non essere a conoscenza dell’irregolarità della struttura contrattuale proposta dal club. Le sue parole in aula sono state chiare:

«L’unica cosa che mi interessava era ricevere sei milioni netti per tre anni e non mi sono mai reso conto che ci fosse qualcosa di sbagliato, né ho ricevuto alcuna comunicazione che la Procura mi stesse indagando». Ancelotti aveva spiegato che è stato il Real Madrid a proporgli di ricevere parte del suo stipendio, in particolare il 15%, tramite la cessione dei diritti d’immagine. «A quel tempo lo facevano tutti i calciatori, anche il mio predecessore, Mourinho, aveva la stessa struttura, quindi mi sembrava abbastanza normale accettarlo».

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