Juventusnews24
·11 de diciembre de 2025
Barbieri ricorda la sua esperienza alla Juve: «Tre anni bellissimi, ho giocato in Champions League». Poi il commento su Yildiz e l’ex Soulè

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Tommaso Barbieri, ex terzino destro della Juventus e ora in forza alla Cremonese, ha ripercorso con La Gazzetta dello Sport i tre anni trascorsi in bianconero, tra la Next Gen e la Prima Squadra. Il difensore ha definito gli anni alla Juventus come tre anni bellissimi, trascorsi accanto a talenti come Matías Soulé, Kenan Yildiz, Nicolò Fagioli, Koni De Winter e Radu Dragusin.
Barbieri ha individuato subito i giocatori che avevano una marcia in più: Soulé e Yildiz. Questa testimonianza conferma il grande talento riconosciuto oggi al turco Yildiz.
Il momento più emozionante è stato l’esordio in Champions League. Barbieri è stato chiamato a scaldarsi ed è entrato per i minuti finali, trovandosi subito di fronte a mostri sacri come Mbappé, Messi e Sergio Ramos.
L’emozione dell’esordio è stata travolgente. I primi istanti non avevo coscienza di quello che stava succedendo, ha confessato Barbieri, che ha definito quel momento il giorno più bello della mia vita. Il pensiero immediato è stato: Stai giocando la Champions, ora fai quello che devi fare e goditela.
Un altro ricordo indelebile è legato a Cristiano Ronaldo. Quando giocava nel Novara ed era aggregato in prima squadra, fu chiamato a disputare un’amichevole alla Continassa. Barbieri si ritrovò a marcare l’asso portoghese. La marcatura è andata abbastanza bene e a fine gara Ronaldo gli regalò pure la maglia.
TOMMASO BARBIERI – «Tre anni bellissimi tra Under 23 e prima squadra. Con Soulé, Yildiz, Fagioli, De Winter, Dragusin e tanti altri. Soulé e Yildiz avevano qualcosa in più rispetto agli altri, lo vedevi dal modo in cui toccavano la palla. Molto diverso da quello degli altri e dal mio. Mi stavo scaldando e sono stato chiamato per i minuti finali. Contro Mbappé, Messi e Sergio Ramos. I primi istanti non avevo coscienza di quello che stava succedendo. È stato il giorno più bello della mia vita. E ho pensato: “Stai giocando la Champions, ora fai quello che devi fare e goditela”. Giocavo nel Novara, ero stato aggregato alla prima squadra e già mi sembrava un sogno. Ci chiamano a fare un’amichevole alla Continassa. Gioco un tempo e devo marcare Ronaldo. Lì per lì cerchi di non pensarci: è andata abbastanza bene e a fine gara mi ha pure regalato la maglia».









































