PianetaBari
·23 de diciembre de 2024
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Seconda sconfitta consecutiva per il Bari, questa decisamente meno giustificabile rispetto a quella rimediata all’Arena Garibaldi di Pisa (clicca qui per leggere le nostre pagelle BRUTTE). Se nel match con la squadra di Inzaghi i biancorossi erano capitolati per manifesta inferiorità, contro il Südtirol hanno fornito la peggior prestazione stagionale, sotto tutti i punti di vista.
Il gol vittoria degli ospiti è arrivato al 90’, ma per come si è sviluppata la gara sarebbe potuto arrivare molto prima. Come ammesso anche da Longo (clicca qui per leggere le dichiarazioni complete), sin dai primi minuti si è avuta l’impressione che il Bari non fosse preparato ad affrontare una gara rivelatasi minuto dopo minuto sempre più spigolosa, mentre il Südtirol dava la sensazione opposta. Castori ha preparato e interpretato al meglio il match, riuscendo a trascinare il Bari in un territorio più congeniale alle caratteristiche della propria squadra.
Attraverso la rubrica il Bari a Scacchi cerchiamo di capire in che modo ciò è avvenuto, quali sono state le difficoltà riscontrate dal Bari e quali le prestazioni individuali più deludenti.
Copyright: SSC Bari
Come prevedibile, Bari e Südtirol hanno optato per schieramenti tattici simili. Ciò che invece ha stupito è stato l’atteggiamento degli ospiti, che sulla prima costruzione del Bari piuttosto che raggomitolarsi nella propria metà campo hanno pressato con intensità ed organizzazione i portatori di palla avversari. A questa aggressività il Bari non ha saputo porre rimedio, usufruendo spesso del lancio lungo per evitare di commettere errori sanguinosi nella propria metà campo. Questo ha generato ulteriori problemi che hanno reso stagnante e frammentaria la manovra della squadra di Longo.
La pressione alta del Sudtirol costringe Pucino al lancio lungo
Anche ad inizio secondo tempo l’atteggiamento del Sudtirol non cambia: pressione uomo su uomo sulla prima costruzione del Bari
Il Bari è abituato a risalire il campo in modo ragionato, con movimenti e rotazioni codificate che poi portano alla ricerca della verticalità. Il Südtirol non ha reso possibili questi sviluppi, e le contromosse del Bari sono parse confuse. I lanci lunghi non hanno fatto altro che allungare la squadra e sulle seconde palle generate dai duelli tra Lasagna e Novakovich e i difensori avversari il Südtirol ha dettato legge.
Nonostante tre linee di passaggio aperte, Benali opta per il lancio verso Lasagna…
… Sulla respinta della difesa ci sono solo quattro giocatori del Bari nella metà campo del Sudtirol
Dei due attaccanti Novakovich è stato sicuramente il meno peggio, mentre Lasagna ha disputato una prova tecnicamente pessima, soprattutto spalle alla porta. Come detto, i difensori cercavano spesso di appoggiarsi su di lui, ma l’ex attaccante del Verona non è quasi mai riuscito ad avere la meglio su Giorgini, che con malizia ha sporcato tutte le sue ricezioni. Sul lato destro dell’attacco del Bari è mancato anche l’apporto di Oliveri, ben ostacolato da Zedadka e sempre impreciso o esitante quando coinvolto. Probabilmente l’esterno di proprietà dell’Atalanta ha pagato l’assenza di Maita, che nella gestione del possesso garantisce più qualità ed anche varietà di soluzioni rispetto a Lella che invece è molto più conservativo.
La manovra del Bari si è quindi sviluppata principalmente a sinistra, con Dorval che, assieme a Pucino, è stato il giocatore di movimento del Bari con più tocchi effettuati. Dai piedi dell’algerino è nata l’unica occasione costruita dai biancorossi nel match, ma esclusa quella buona conclusione anche lui ha commesso diversi errori in fase di rifinitura.
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Molto più lineare ed efficace è stata la proposta offensiva del Südtirol, che nonostante i mezzi modesti a disposizione è riuscito a collezionare diverse palle gol. Alcune sono nate da palla inattiva, con schemi studiati dallo staff e ben eseguiti dalla squadra, mentre altre da trame di gioco ben sviluppate. Merkaj e Odogwu hanno tenuto in apprensione la difesa del Bari e soprattutto il primo ha vinto tanti duelli con i diretti marcatori, ma le vere spine nel fianco per la retroguardia biancorossa sono stati gli esterni e le mezzeali, sempre reattivi e dinamici nel catturare le seconde palle e alimentare le azioni. La chiave della partite è stata proprio questa: i duelli in mezzo al campo.
Lato Bari neanche i cambi hanno portato effetti benefici. Nel finale Longo ha provato ad ovviare al problema di cui parlavamo prima infoltendo il centrocampo con gli ingressi di Bellomo e Maiello, ma nessuno dei due ingressi ha cambiato l’inerzia della partita. L’impressione è che le difficoltà di Longo nel trovare dalla panchina le soluzioni per svoltare le partite si stiano cronicizzando sia a causa di alcune sue letture errate che di un’evidente assenza di risorse spendibili a questi livelli.
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