Calcio e Finanza
·30 de diciembre de 2025
Bilancio Integrato FIGC, il peso del calcio sull’economia: 12,4 miliardi e lo 0,5% del PIL

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·30 de diciembre de 2025

Il Bilancio Integrato rappresenta un asset centrale del percorso di valorizzazione del pilastro della Trasparenza sviluppato dalla FIGC. Con l’edizione 2024, pubblicata oggi, la Federazione ha raggiunto il quattordicesimo anno consecutivo di rendicontazione e reporting, nonché la decima edizione della pubblicazione, un traguardo di grande importanza e rilevanza, che ha permesso nel tempo di analizzare l’evoluzione del modello di gestione della Federcalcio e il valore creato dall’intero calcio italiano.
«Per la sua capacità unica di unire persone, territori e generazioni, il calcio ha una responsabilità che va oltre la competizione e la performance – ha dichiarato il presidente federale Gabriele Gravina –. Per questo la FIGC ha deciso di intraprendere un percorso convinto e strutturato nel campo della sostenibilità sociale e ambientale. Vogliamo che il calcio diventi un vero e proprio motore di cambiamento, capace di produrre valore duraturo, materiale e immateriale, per la comunità. Questo documento rendiconta i risultati ottenuti in un anno di straordinaria evoluzione, dove abbiamo abbracciato sfide che sembravano distanti dal nostro mondo e che, invece, hanno generato un impatto molto positivo. Inclusione, valorizzazione dei giovani, educazione, tutela della salute e dell’ambiente, sono solo alcuni dei temi che fanno oggi del calcio una piattaforma sociale senza eguali, che merita ancora maggiore attenzione per l’impegno e per i risultati a vantaggio della società civile».
Considerando la dimensione sportiva, 4,3 milioni di italiani giocano a calcio, con 1,5 milioni di tesserati per la FIGC (la Federazione rappresenterebbe il secondo “Comune” in Italia per popolazione), tra cui 1,1 milioni di calciatori e quasi 900.000 di questi impegnati nell’attività giovanile. Quasi un ragazzo italiano su 4 tra i 5 e i 16 anni è tesserato per la Federazione, mentre il calcio viene praticato da un bambino su 2 tra i 3 e i 10 anni, con 600.000 partite ufficiali (una ogni 54 secondi) disputate ogni anno in 15.000 campi da gioco.
Il calcio è una delle grandi passioni degli italiani, con oltre 30 milioni di interessati (over 18): per l’84% della popolazione italiana, il calcio è una tradizione che appartiene alla storia d’Italia, e per il 77% rappresenta settore economico di grande importanza strategica. Il pallone, inoltre, è uno strumento di valorizzazione delle pari opportunità: considerando la crescita del calcio femminile, le giocatrici tesserate sono più che raddoppiate tra il 2008 e il 2024, arrivando a sfiorare le 50.000, con la FIGC che rappresenta la prima federazione sportiva italiana ad aver introdotto il professionismo femminile (in Serie A a partire dal 2022-2023).
Da non dimenticare l’aspetto di inclusione e integrazione: quasi 60.000 giovani calciatori nati all’estero, provenienti da 150 diversi Paesi, ovvero circa uno studente straniero su 10 tra quelli iscritti nelle scuole italiane (5-16 anni). Considerando i calciatori tesserati provenienti da zone di guerra, ai 1.957 calciatori di nazionalità ucraina (in crescita di quasi 3 volte negli ultimi 3 anni) si aggiungono circa 700 altri giocatori tesserati in Italia e provenienti da aree geografiche colpite da guerre e conflitti (tra cui Afghanistan, Siria, Somalia, Sudan, Yemen e Palestina), dato più che raddoppiato negli ultimi 3 anni.
Ma il calcio è anche un sempre più rilevante settore industriale del nostro Paese. I ricavi diretti totali ammontano a quasi 7 miliardi di euro, e la contribuzione fiscale e previdenziale del solo sistema professionistico negli ultimi 17 anni ha sfiorato a livello aggregato i 20 miliardi di euro (per ogni euro “investito” dal Governo italiano nel calcio, il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a 20,5 euro, generando un eccezionale impatto socio-economico). I 99 club professionistici incidono da soli per oltre 7 euro su 10 (il 70,1%) tra quelli prodotti dalla contribuzione dello sport italiano (50.000 società, aziende ed enti).
Considerando anche l’impatto indiretto e indotto, l’incidenza sul PIL italiano è stimabile in 12,4 miliardi di euro (intorno allo 0,5% del PIL del Paese), con 141.000 posti di lavoro attivati e 3,5 miliardi di contribuzione fiscale. Dati di grande rilevanza, ma con un potenziale ancora inespresso, connesso al sempre più urgente e necessario programma di investimenti nelle infrastrutture sportive: ad oggi si contano oltre 30 progetti per la realizzazione di nuovi stadi di calcio in fase di pianificazione o di effettiva realizzazione nel nostro Paese, con un investimento previsto pari a 5,1 miliardi di euro (oltre 820.000 posti a sedere). Questo programma di investimenti, laddove finalizzato, potrebbe contribuire ulteriormente alla formazione del PIL italiano per una cifra pari a 6,1 miliardi di euro (in un orizzonte pluriennale), con quasi 80.000 nuovi occupati, mentre le entrate fiscali prodotte sono stimabili in oltre 1,8 miliardi.
Guardando ai grandi eventi sportivi del futuro, «la Federcalcio ha sottolineato che risultano da rimarcare le recenti assegnazioni della Final Four della Champions League di Futsal 2026 (Pesaro) e dell’Europeo U19 Femminile 2029 (Abruzzo e Marche), insieme all’affidamento all’Italia e alla Turchia di UEFA EURO 2032, un asset centrale nel percorso di sviluppo a medio-lungo termine del calcio italiano; il Campionato Europeo rappresenta, infatti, il terzo evento sportivo al mondo in termini di audience (oltre 5 miliardi di telespettatori) e indotto prodotto a beneficio del territorio (7,4 miliardi di euro nel caso del Campionato Europeo UEFA 2024 in Germania)».
«L’evento rappresenterà un volano decisivo per programmare una nuova generazione di impiantistica sportiva applicata al calcio in Italia, ma anche una grande opportunità per attrarre visitatori, investimenti, visibilità e creare momenti di partecipazione e orgoglio collettivi, generando un valore aggiunto eccezionale, in grado di incidere direttamente e positivamente sul miglioramento della qualità della vita delle nostre comunità», ha concluso la Federcalcio.









































