Juventusnews24
·12 de diciembre de 2025
Birindelli allenatore della Juventus Next Gen in futuro? La risposta dell’ex difensore, ora tecnico della Pianese!

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Alessandro Birindelli, 305 presenze e una vita in bianconero, è oggi l’allenatore della Pianese, sorprendente realtà del girone B di Serie C. Questa sera affronterà la Juventus Next Gen, un tuffo nel passato che non lo lascia indifferente. Tra ricordi e attualità, Birindelli analizza il momento della sua ex squadra, dal cambio Tudor-Spalletti alle difficoltà di una rosa a cui manca leadership e un’identità di gioco definita. Ecco l’intervista a Tuttosport.
AFFRONTARE LA JUVE «Beh, è comunque qualcosa di particolare, considerata la storia vissuta»
LA PIANESE «Stiamo vivendo sicuramente un momento positivo, soprattutto stiamo andando oltre le aspettative. Ma sappiamo anche questo: che bisogna battere il ferro fino a quando è caldo. La nostra necessità è fare punti per la salvezza. E questa sera non sarà facile: affrontiamo i più forti».
I CONTATTI CON PESSOTTO E CHIELLINI «Sono spesso in contatto con Gianluca e sento anche Giorgio. Ma mettiamola così, pure con questa partita in arrivo: sarà bello vedersi direttamente al campo e salutarsi in quel momento».
IL CAMBIO DI TUDOR «Premessa: è sempre difficile fare valutazioni sul momento. Però, com’è successo anche a Tudor, viene sempre dato poco tempo all’allenatore, non lo si riesce mai a valutare a 360 gradi»
SPALLETTI «Sembrava ci fossero dei giovamenti dopo l’addio di Igor, che la Juve dovesse andare in una direzione diversa. Diciamo che non ha ancora trovato quelle caratteristiche giuste per poter incidere. In primis occorre un periodo per conoscere bene i calciatori, sia tecnicamente che fisicamente. Solo così potrà mettere in pratica le sue idee. Anche l’altro giorno si è visto: Luciano sta tentando, sembra non aver trovato però la soluzione definitiva. Ai tifosi dico di dar tempo, a volte si lascia un lavoro a metà senza conoscere davvero la strada che stai abbandonando».
LE VALUTAZIONI SU TUDOR «Ecco, anche le valutazioni su Igor sono state così, frettolose. E invece si fa fatica a capire bene. Ad oggi, per me, ha avuto ragione lui: i risultati non arrivano ancora, quanto visto con Spalletti non mi sembra di più. Aspettiamo un attimo prima di dare giudizi».
MANCAVA FEELING CON LO SPOGLIATOIO «Non so dire se ci siano stati motivi particolari: la verità per me sta un po’ nel mezzo. Sicuramente il tecnico ha delle colpe, sicuramente ci sono state mancanze pure in società, nella scelta dei calciatori. E poi tra questi ultimi… Non ci sono grandi leader all’interno del campo, e questo alla prima difficoltà o in un momento più complicato di un altro ti affatica. Più che altro, non riesci a trovare linee guida, un percorso da fare che sia più chiaro».
ALLENARE LA NEXT GEN «Parto sempre dal presupposto che i matrimoni si fanno in due. Io non mi precludo nulla, ma qui a Piancastagnaio, nella provincia di Siena, ho trovato un progetto, un direttore di livello. Ecco, che sia Juventus o Piancastagnaio mi cambia davvero poco: guardo dove c’è qualcosa da costruire o da rincorrere, un obiettivo da raggiungere. Nella mia esperienza da tecnico, in fondo, cerco questo. Certo, andare alla Juve sarebbe qualcosa di importante»
LE SECONDE SQUADRE «Per me non sono un danno, come non tolgono spazio a nessuno. Anzi: andrebbe secondo me caldeggiato in maniera più forte, con più sostegno. Tutto il sistema lo accetterebbe meglio. Il punto è un altro: perché lo fanno solo due o tre squadre?».









































