Blob Calcio 2024: il mese di marzo. Giuntoli e Allegri vanno d’accordo, Motta ha un futuro all’Inter, il Napoli si riprenderà e gli arbitri non vanno per un motivo semplice | OneFootball

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·24 de diciembre de 2024

Blob Calcio 2024: il mese di marzo. Giuntoli e Allegri vanno d’accordo, Motta ha un futuro all’Inter, il Napoli si riprenderà e gli arbitri non vanno per un motivo semplice

Imagen del artículo:Blob Calcio 2024: il mese di marzo. Giuntoli e Allegri vanno d’accordo, Motta ha un futuro all’Inter, il Napoli si riprenderà e gli arbitri non vanno per un motivo semplice

Blob Calcio 2024, tutto quello che c’è da sapere e gli eventi più importanti nel mondo del calcio per il mese di marzo

Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di marzo.

Arrigo Sacchi: «Il mercato non è stato fatto bene. E non mi riferisco alle qualità individuali, visto che Pulisic ha offerto un ottimo rendimento e Loftus-Cheek dopo un inizio difficile è cresciuto. Ma sarebbe servito un difensore centrale affidabile e soprattutto un centravanti valido, che facesse rifiatare Giroud. Purtroppo è difficile integrare tanti stranieri insieme. E ho l’impressione che molti acquisti non siano stati decisi o almeno condivisi da Pioli e, se davvero fosse così, sarebbe un errore grave. In generale credo che il modo in cui è stata composta la rosa non sia quello giusto, non ho visto un progetto come era accaduto nel recente passato, ma una serie di operazioni slegate una dall’altra. E così è difficile creare una squadra competitiva».Fabrizio Biasin: «Giuntoli e Allegri vanno d’amore e d’accordo. Giuntoli vuole fare quello che ha fatto a Napoli, costruendo la Juve dal punto di vista dell’ordine e dell’organizzazione. Nella seconda stagione proverà a costruire la sua Juve, con il suo mercato e con il suo allenatore, che non è ne Allegri ne tutti quelli che vengono associati come Conte o Zidane. Io credo che Giuntoli porterà il suo allenatore».


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Marco Materazzi: «Thiago è concreto senza inutili bollicine, intelligente, preparato. Poteva prendere in corsa il Psg, lì aveva la strada spianata ma ha voluto farsi le ossa a Genova, Spezia e ora a Bologna: si è costruito passo dopo passo e ha evitato salti nel buio, come il Napoli post-scudetto. Anche questo fa capire che testa abbia, il suo Bologna è forte come lui. Spero che non vada in una grande d’estate e resti lì in Emilia per un po’, così noi continuiamo a vincere con Inzaghi e poi un giorno, chissà quando, potrà essere lui a prendere il posto di Simone».

Andrea Cambiaso: «Cerco sempre di esternare i miei pensieri, le mie emozioni. Lo faccio in modo sincero e diretto. Ma sono cosciente che il calcio in Italia è una malattia e ogni volta che si apre bocca si rischia di scontentare o ferire qualcuno. Per questo il regno dei luoghi comuni è il più tranquillo: “Speriamo di far bene”, “Il mister mi dice dove giocare”, “Gli avversari sono temibili”. Se stai in quel recinto non hai problemi. E io stesso talvolta non sfuggo a questa comodità»

Faouzi Ghoulam: «Col Sassuolo abbiamo rivisto un Napoli brillante. Ho visto determinazione, organizzazione e naturalezza nelle giocate: la mano di Calzona. Un allenatore molto preparato, che riesce ad ottenere il massimo dai calciatori: è molto esigente ma sa parlarci, ha grandi doti umane. É l’allenatore giusto, con una visione moderna e propositiva del calcio. Può fare un grande lavoro e sono convinto che sia la migliore scelta per il presente ma anche in chiave futura: sarebbe perfetto per aprire un nuovo ciclo».

Julio Cesar: «Potrei citare Inzaghi che sta gestendo tutto in una maniera fantastica, ma molto di quello che stiamo vivendo è nato nella finale di Champions. Per tutti il Manchester City avrebbe dovuto stravincere e invece ha rischiato… L’eredità di quella partita è stata importante a prescindere dal risultato: in quel momento tutto il mondo si è accorto di quanto questa Inter sia diventata matura. Prima di tutti, però, se n’è accorta l’Inter stessa: questa convinzione accompagna ora la squadra. In più, ha giocatori forti e funzionali in tutti i ruoli».

Eraldo Pecci: «É un momento delicato, nel quale ci sono molti errori da parte dei direttori di gara. Il ricambio generazionale non è facile e la qualità media dei fischietti non è alta. Però spezzo una lancia a favore degli arbitri: secondo me il regolamento, invece di aiutarli, li danneggia. Nel calcio non si può correre con le mano dietro la schiena o saltare con le braccia legate al corpo. C’è l’impressione che chi scrive le regole non capisca molto di pallone, o quantomeno non ci abbia mai giocato…»

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