Milannews24
·12 de mayo de 2025
Boban torna sull’addio al Milan: «Non sono gente di calcio, non capiscono! Con Furlani ho fatto molte cose strane, Paolo Maldini mi diceva…»

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·12 de mayo de 2025
Ospite al canale Youtube del noto giornalista Andrea Longoni, Zvonimir Boban, ex calciatore e dirigente del Milan, ha rilasciato molteplici retroscena sulla sua avventura in rossonero. Di seguito le parole del Presidente della Dinamo Zagabria.
ADDIO AL MILAN – «Sarebbe inelegante entrare nei dettagli, ma si è dimostrato che la giusta causa non esiste. In secondo grado mi hanno tolto la parte che il Milan doveva pagarmi per il discorso reputazionale, quindi questo probabilmente non lo meritavo. Però la giusta causa non esiste ecco, però ora dobbiamo trovarci per chiuderla in santa pace come sarebbe giusto».
RAPPORTO CON MONCADA – «Geoffrey Moncada è un ottimo scout, un ottimo capo scout. Tutti gli uffici scout al mondo delle squadre importanti conoscono gli stessi giocatori, poi magari ogni quanto qualcuno arriva a questo o quello. Leao lo conosceva tutto il mondo, ed era importante capire se potesse cambiare certi atteggiamenti per giocare nel Milan, e lui è un ottimo scout. Dopo i giocatori li sceglievamo noi, non lui, lui te li presentava ma non entrava mai, anche elegantemente, nel dirti ‘Questo sì o no’ perché non è il suo, che ne sa lui di cosa voglia dire giocare a San Siro o meno».
PAOLO MALDINI – «Alla fine non abbiamo sbagliato degli acquisti noi. Certe cose si dicono per denigrare la forza del lavoro soprattutto di Paolo Maldini, io sono rimasto solo 7 mesi dove però abbiamo posto le basi. Con Paolo lavoravamo sempre insieme, anche se eravamo in disaccordo delle volte, ma c’era troppo amore tra di noi. Lui vedeva più i difensori, io capivo di più magari i centrocampisti, ma non c’è mai stato un giocatore preso senza che fossimo d’accordo. Con Saelemaekers fu strano, perché era chiuso a 6 me pagato 8. Non voglio essere inelegante, ma con Furlani ho fatto cose molto strane, perché lui doveva anche provare a convincere Singer di lasciarci una parte dei soldi delle cessioni Suso e Piatek».
GIORGIO FURLANI – «Non voglio essere inelegante, ma con Furlani ho fatto cose molto strane, perché lui doveva anche provare a convincere Singer di lasciarci una parte dei soldi delle cessioni Suso e Piatek».
COSA NON HA FUNZIONATO – «Io mi sono accorto subito che ci fosse qualcosa che non andava. Già quando mi hanno raccontato l’idea folle che conoscevo… Praticamente dovevamo lottare contro la nostra proprietà per il bene del Milan. Paolo mi sprona e così e iniziata la lotta. Non è che non sapessi che certe culture, o non culture, sarebbero state un problema per noi nel nostro lavoro. L’ho accettato nonostante sia finito presto ma rifarei tutto come ho fatto, perché comunque ci ho pensato tanto. Ad agosto mi avevano tolto potere di firma… Mettevano paletti assurdi. Ho firmato 3 anni nonostante volessero 5: ripulire il primo, dare stabilità il secondo e competere il terzo. Ci vogliono anni minimo: loro dopo 3 mesi ci hanno quasi delegittimato con un’imboscata. Non sono gente di calcio, non capiscono»
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