DirettaCalcioMercato
·17 de noviembre de 2024
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Continua il grande periodo di forma di Riccardo Orsolini. L’attaccante del Bologna si è raccontato alla Gazzetta dello Sport. Tanti i temi trattati, dalla Champions League al possibile approdo in Spagna al Siviglia.
Dopo un inizio decisamente a rilento, il Bologna di Vincenzo Italiano ha iniziato ad ingranare, quantomeno in campionato. Ora i rossoblù sono reduci da tre vittorie consecutive contro Cagliari, Lecce e Roma, alla ricerca della quarta contro la Lazio. Al momento positivo dei felsinei corrisponde quello di Riccardo Orsolini, che ha raggiunto 5 gol in 10 partite di campionato (4 gol nelle ultime 4 partite). Il classe ‘97 si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
“Il Bologna sta tornando. Lo dico dal ritiro, serviva tempo con un allenatore nuovo, che ha concetti simili ma diversi da fare. Oggi siamo più quadrati e sicuri e in fondo, a parte i tanti pareggi, abbiamo perso una sola partita. Non abbiamo mai perso la gioia e lo spirito di stare bene insieme. Ci divertiamo. Stiamo tornando perché conosco le potenzialità dei giocatori arrivati in estate.” Orsolini sul rapporto con Vincenzo Italiano: “Italiano è un tecnico schietto e verace. Abbiamo parlato molto, mi ha trasmesso la concezione che si ha fuori di me e la forza che a volte non percepisco. Mi ha dato una consapevolezza diversa. La partita con il Lecce l’ha vinta lui. Non avevo giocato bene e poteva togliermi, ma non l’ha fatto.” Orsolini prosegue raccontando di quando poteva andare al Siviglia: “Ci sono stati due o tre momenti in cui c’è stata la possibilità di andarmene, ricordo il Siviglia, ero vicino ma non se ne fece niente. Io qua sto bene, amo Bologna e mi sento amato, sono tifoso e vivo bene. Se devo andarmene è perché mi svolta la vita, non per complicarmela.” Infine, sull’esperienza della Champions League: “In Champions stiamo dando il sangue, impariamo momenti e ritmi diversi. Se l’anno scorso sognavamo di farla, beh, ora ce la godiamo e sfoghiamo gli insegnamenti appresi in A. perché è lì che ti devi riprendere l’Europa. E la vogliamo tenere. Cosa ci manca? Una vittoria: ci darebbe carica, consapevolezza e sorrisi.”