Brunetti: «E’ difficile spiegarsi l’epopea della Sampdoria! Stravedo per Cherubini, Pafundi bel colpo. Sugli algoritmi dico che…» – ESCLUSIVA | OneFootball

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·20 de noviembre de 2025

Brunetti: «E’ difficile spiegarsi l’epopea della Sampdoria! Stravedo per Cherubini, Pafundi bel colpo. Sugli algoritmi dico che…» – ESCLUSIVA

Imagen del artículo:Brunetti: «E’ difficile spiegarsi l’epopea della Sampdoria! Stravedo per Cherubini, Pafundi bel colpo. Sugli algoritmi dico che…» – ESCLUSIVA

Giacomo Brunetti, caporedattore di Cronache di Spogliatoio, ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva per noi sulla Sampdoria del duo Gregucci-Foti

Giacomo Brunetti ci ha parlato in esclusiva sulla situazione della Sampdoria, la quale è reduce da un avvio di stagione deludente. La formazione allenata duo composto da Angelo Gregucci e Salvatore Foti è chiamata a riprendersi a partire dalla prossima sfida con la Juve Stabia. Il caporedattore di Cronache di Spogliatoio si è espresso su diversi temi quali gli algoritmi, il rendimento di Antonin Barak e tanto altro. Le sue parole:

La Sampdoria tra scelte societarie e scommesse sbagliate si trova in una situazione complicata quest’anno. Come pensi che sia possibile che i blucerchiati siano finiti così?


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«E’ complicato spiegarsi questa epopea! Solitamente quando i grandi club, quelli storici come la Sampdoria ed il Catania, che non stanno dove meriterebbero, o falliscono com’è successo a Parma e Venezia (ripartendo da progetti solidi) o si riprendono. La Samp è da tre anni che fa molta fatica, io da piccolo quando mi sono innamorato al calcio l’ho fatto anche grazie alla maglia blucerchiata. In primis è un dispiacere, spero che riescano a far quadrare il club dal punto di vista economico, questo non perdendo lo zoccolo duro dei tifosi. Allo stesso tempo spero che riescano ugualemente a far innamorare le giovani generazioni di tifosi, questo perché credo che la Sampdoria abbia un fascino spettacolare!».

Dopo un inizio di stagione deludente, la società ligure ha scelta di affidarsi ad un sampdoriano come Foti. Come vedi la scelta del club di Manfredi?

«In tanti mi hanno parlato bene di Foti quando era con Mourino alla Roma, si diceva addirittura che fosse lui a gestire la squadra e tutte le trame tattiche. Se ne parlava come di un vice, avendo dovuto smettere presto con il calcio giocato per gli infortuni, poi si stesse riprendendo con gli interessi ciò che gli è stato tolto. Penso che sia stata una scelta molto intrigante, io forse avrei fatto una scelta più netta, questo anche perché non mi hanno convinto alcune di quelle fatte gli anni scorsi sugli allenatori. Forse avrei scelto un allenatore di categoria che potesse mettere le basi, detto questo però forse meglio scommettere su Foti che prendere un “vecchio”. Bisogna dar fiducia alle persone nuove, lui poi ha un legame speciale con la Sampdoria, spero che possa fare bene e rimettere ordine».

Tra le poche note liete della stagione della Sampdoria c’è Simone Pafundi. Secondo te il classe 2006 riuscirà a diventare il giocatore che Mancini aveva intravisto?

«Penso che sia fortissimo, mi dispiace che abbia perso praticamente due anni tra scelte particolari, contratti, rinnovi e l’esperienza all’estero. E’ giovanissimo e ha avuto tante attenzioni attorno, non è facile scegliere e farsi consigliare bene. Credo che abbia perso due anni e che però lui abbia avuto una esplosione troppo presto. Era già molto forte da ragazzino e forse per una questione fisica e mentale doveva aspettare per poi fare il salto. Credo che un giocatore del genere debba giocare 30 partite all’anno, poter sbagliare e avere il tempo di sbocciare che sia alla Samp o da un’altra parte. Io stravedo anche per Cherubini, penso che sia veramente forte, l’anno scorso alla Carrarese ha fatto una seconda parte di stagione davvero incredibile. Dopo un periodo di adattamento penso che possa fare veramente bene, forse gli mancano lucidità e fiducia, oltre ad un ambiente calo e sereno. Una cosa che la Sampdoria deve ritrovare, ma secondo me i blucerchiati hanno fatto due buone operazioni prendendo lui e Pafundi».

E Cherubini?

«Io stravedo anche per Cherubini, penso che sia veramente forte, l’anno scorso alla Carrarese ha fatto una seconda parte di stagione davvero incredibile. Dopo un periodo di adattamento penso che possa fare veramente bene, forse gli mancano lucidità e fiducia, oltre ad un ambiente calo e sereno. Una cosa che la Sampdoria deve ritrovare, ma secondo me i blucerchiati hanno fatto due buone operazioni prendendo lui e Pafundi».

Barak avrebbe dovuto dominare il Serie B e invece ad ora non ha convinto tifosi e non. Credi che possa riscattarsi dopo sei mesi deludenti?

«A me aveva sorpreso già quando dopo la Fiorentina era andato in Turchia, pensavo che a livello di carriera – ha compiuto trent’anni da poco – potesse fare di più. Per i calciatori così tanto forti non è facile adeguarsi alla Serie B, come nel caso di Colpani. Ci sono tante seconde palle e palloni sporchi, si gioca molto di rimessa, tanti centrocampisti dicono che è più facile giocare in Serie A che in B. Credo che il fatto che sia un giocatore di un’altra categoria paradossamente lo penalizzi».

Nel mondo della Samp si parla tanto della questione algoritmi e del fatto che un calciomercato condotto principalmente con questa metodologia sia controproducente. Tu che idea ti sei fatto di questa tendenza che sta riguardando sempre più club (anche italiani)?

«Io sono favorevole alla tecnologia, non penso che sia controproducente: bisogna usarla con metodo e non abusarne. Sicuramente sarò sempre più per i Sartori che costruiscono il Bologna senza metodologie nuove. Non sono un boomer come si suol dire, per questo sono pro a queste metologie, ma non bisogna diventarne schiavi. Possono essere tanto d’aiuto come nel caso dell’Udinese, d’altra parte però devi formare un si sistema di scouting di livello che rimane vitale».

Qual è il tuo ruolo all’interno del mondo Cronache? E come pensi che si stia sviluppando il giornalismo in un’era nella quale la parte social sta diventando predominante?

«Sono caporedattore di Cronache dal 2019 e penso che la parte digital sia predominante! Credo non sia facile mettere su una redazione social che poi faccia informazione, basta guardarsi attorno, tanti non hanno ancora capito di quanto sia il futuro. Si sta sviluppando in due modi, da una parte c’è una crescita nei contenuti, parlo per noi e per altre realtà che ci sono là fuori. Dall’altra parte questo ha dato voce a tantissimi in più e questo è un bene, ma ti cito una frase famosa di Umberto Eco, parafrasando. “Prima chi parlava a vanvera lo faceva nei bar e veniva messo a tacere, ora un po’ meno”. Al di là questo però penso sia una cosa positiva».

La lotta per lo scudetto nel campionato di Serie A sta comprendendo sempre più squadre. Chi vedi favorito per la vittoria finale? E chi pensi sarà compreso un questa lotta fino alla fine?

«Io credo che alla fine sarà una lotta tra Inter e Milan, vedo i nerazzurri un po’ più avanti! Penso che sarà un bel testa a testa tra le milanesi e resto molto curioso di veder efin dove si spingerà la Roma. Voglio vedere come si riprenderà la Juventus, questo detto che manca ancora tanto. Credo che l’Inter abbia qualcosa in più, devo fare i complimenti a Chivu perché ha messo tutti quanti a tacere – questo relativamente a chi non credeva in lui. Ora dovrà dimostrarlo alla lunga distanza, ma sono veramente fiducioso. L’abbiamo conosciuto la scorsa stagione con un’intervista ed è veramente una persona eccezionale. Penso che questo colpisca ed arrivi adi calciatori prima ancora della sua bravura sul campo».

Si ringrazia Giacomo Brunetti per la gentilezza e disponibilità mostrate nel corso di questa intervista

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