Milannews24
·5 de septiembre de 2025
Calciomercato Milan, Ordine e le caotiche scelte dei rossoneri: questo il peccato originale alla base delle critiche

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Nel calcio moderno, il calciomercato Milan è diventato un’arena di strategie complesse, trattative serrate e decisioni che possono definire il destino di un club. L’analisi del mercato del Milan, come riportato da Franco Ordine sul Corriere dello Sport, offre uno spaccato affascinante e controverso delle dinamiche che hanno caratterizzato la squadra rossonera in questa sessione estiva. Le parole di Ordine non si limitano a una semplice cronaca, ma scavano a fondo, mettendo in luce quello che definisce il “peccato originale” del mercato milanista.
Secondo il giornalista, il problema non risiede tanto nella qualità tecnica dei nuovi acquisti, che sono arrivati in “numero industriale”, quanto nella gestione e nella tempistica delle operazioni. Il mercato del Milan, infatti, è stato scandito da tre periodi distinti che hanno portato a scelte a volte discordanti. L’arrivo del nuovo direttore sportivo, Igli Tare, e del nuovo allenatore, Massimiliano Allegri, ha coinciso con operazioni già in corso, segnando un inizio di mercato non totalmente sotto il loro controllo.
Prima che Tare e Allegri potessero imprimere la loro filosofia, il club aveva già finalizzato due operazioni significative. La cessione di Reijnders è stata una di queste, una mossa che ha fatto rumore e che Ordine spiega citando un “addetto agli affari rossoneri”: “se ti chiama al telefono Guardiola è difficile resistere al suo fascino per non trascurare la prospettiva di vedere quadruplicato il proprio stipendio”. Questa frase sottolinea come le dinamiche di mercato non siano solo una questione di tecnica o tattica, ma anche di prospettive economiche e di prestigio. Contemporaneamente, è stato perfezionato l’acquisto di Samuele Ricci dal Torino, un’operazione già nell’aria da mesi e conclusa per una cifra di 23 milioni di euro più 2 di bonus, una somma giudicata “bassa” dallo stesso presidente granata Urbano Cairo.
A questo punto, la gestione del mercato è passata nelle mani di Igli Tare, che ha subito mostrato una chiara strategia. Le sue prime mosse sono state un blitz a Zagabria per bloccare Luka Modric, con l’intenzione di schierarlo come mezz’ala, e l’avvio della “onerosa trattativa” per Jashari del Bruges, un altro centrocampista centrale. Queste operazioni dimostrano una visione a lungo termine e un focus sul rafforzamento del centrocampo, un reparto chiave per il gioco di Allegri.
Il terzo e ultimo periodo del mercato è stato caratterizzato da una svolta improvvisa. Dopo la sconfitta con la Cremonese, un risultato che, come dichiarato da Tare, “mi ha terrorizzato”, la dirigenza ha finalmente ascoltato le indicazioni dell’allenatore. Allegri ha fornito delle “dritte per correggere la rotta e completare la rosa secondo canoni razionali”. Questa fase ha portato all’acquisto di Adrien Rabiot e a tentativi per altri giocatori. Il tentativo su Akanji è stato respinto, ma l’obiettivo era chiaro: sostituire Gabbia con “un regista di fisico e di esperienza al centro della difesa a tre”. Al suo posto è arrivato il giovane Odogu. Un altro esempio di questa fase finale è stato il tentativo di scambio con la Roma tra Dovbyk e Gimenez, non andato a buon fine a causa della “resistenza passiva dell’agente del messicano”. Le parole di Franco Ordine offrono un quadro completo e dettagliato del complesso puzzle del calciomercato milanista, un’operazione ricca di strategie, colpi di scena e scelte che avranno un impatto significativo sulla prossima stagione.
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