Inter News 24
·30 de diciembre de 2025
Chivu protagonista di uno show in panchina nel finale contro l’Atalanta: il teatrino dell’allenatore rumeno

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·30 de diciembre de 2025

È stato un vero e proprio show quello di Cristian Chivu negli ultimi minuti della sfida di domenica sera tra Inter e Atalanta. Le immagini della Bordo CAM di DAZN hanno restituito uno spaccato chiarissimo del coinvolgimento totale del tecnico romeno, autentico direttore d’orchestra di un finale vissuto con intensità estrema.
Tutto inizia quando Yann Bisseck decide di non aggredire Gianluca Scamacca, consentendogli lo stop. Chivu reagisce con una mezza piroetta, poi inizia a richiamare tutta la linea difensiva, chiedendo alla squadra di salire.
«Dobbiamo stare alti», urla rivolgendosi a Manuel Akanji, segnale di una gestione continua e maniacale delle distanze.
Poco dopo arriva il confronto in panchina con Aleksandar Kolarov e Mario Cecchi sul cambio di strategia dell’Atalanta. La decisione è immediata.
«Metto Mkhitaryan esterno e Frattesi di là».
Il tecnico chiama Davide Frattesi, ma vuole i cambi subito, in pochi secondi. Quando si accorge che il doppio ingresso con El Bilal Diouf non è ancora pronto, esplode.
«Cambio! Veloce!», urla con rabbia verso la panchina.
Nel finale, la tensione cresce ulteriormente. Prima del recupero, Chivu inizia a maltrattare il giaccone: se lo toglie, se lo rimette, mentre all’87’ parte il cross per Lazar Samardzic. È sfinito, si appoggia alla balaustra, continua a lottare anche con la giacca. Ogni dettaglio lo manda fuori giri: persino una palla persa da Diouf scatena una reazione furiosa.
In un’azione sulla fascia, il tecnico finisce addirittura sui cartelloni pubblicitari e, per evitare Bernasconi, rischia l’infortunio.
«Mi sa che mi sono stirato», dice rivolgendosi alla panchina, esausto ma ancora dentro la partita.
Un finale che racconta più di mille analisi tattiche: Chivu vive la gara fino all’ultimo secondo, con il corpo e con la voce. E quello contro l’Atalanta è stato il manifesto più chiaro del suo modo di allenare: intensità totale, controllo ossessivo dei dettagli e una leadership che passa anche – e soprattutto – dal bordo del campo.









































