De Laurentiis a sorpresa: «Una volta all’aeroporto di Torino un tifoso della Juve mi chiese una foto, io…». La rivelazione del presidente del Napoli | OneFootball

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·30 de octubre de 2025

De Laurentiis a sorpresa: «Una volta all’aeroporto di Torino un tifoso della Juve mi chiese una foto, io…». La rivelazione del presidente del Napoli

Imagen del artículo:De Laurentiis a sorpresa: «Una volta all’aeroporto di Torino un tifoso della Juve mi chiese una foto, io…». La rivelazione del presidente del Napoli

De Laurentiis e il retroscena juventino: il patron azzurro svela il curioso episodio avvenuto a Torino e il suo rapporto con il calcio

Un presidente vulcanico, un imprenditore prestato al calcio, un uomo che divide ma che ha saputo costruire un modello vincente. Il presidente del NapoliAurelio De Laurentiis, si è concesso una lunga intervista all’emittente RSI, spaziando dai suoi esordi nel mondo del pallone fino al rapporto con le tifoserie, inclusa quella della Juventus. Un percorso, il suo, iniziato quasi per caso e con una totale inesperienza, come ha ammesso lui stesso con una battuta che la dice lunga.

De Laurentiis: dal cinema al calcio, la “diversità” come marchio di fabbrica

De Laurentiis ha esordito raccontando, con la sua consueta ironia, la sua distanza iniziale dal mondo del calcio, un ambiente di cui non conosceva neanche le basi tattiche.


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GLI ESORDI NEL CALCIO – «Quando sono arrivato nel mondo del calcio non ne sapevo nulla. Quando sentivo parlare di 4-4-2 pensavo fosse un modo di sedersi a tavola».

Ha poi spiegato come la sua esperienza nel cinema sia stata fondamentale per plasmare il suo approccio imprenditoriale, ben diverso da quello di altri colleghi. Per lui, la chiave è sempre stata la creazione di valore, non la semplice gestione.

IL CINEMA E L’IMPRESA – «Il cinema mi ha insegnato disciplina, amore per il lavoro e professionalità. Ma soprattutto la differenza tra imprenditore e prenditore: io ho sempre voluto creare».

Un approccio che, spesso, lo ha portato a scontrarsi con una parte della tifoseria, quella più esigente, che chiede risultati immediati senza tenere conto dei bilanci, confondendo la realtà con il fantacalcio.

IL RAPPORTO CON I TIFOSI – «Nel calcio non basta mai, non fai mai abbastanza. Ti chiedono acquisti e risultati, ma molti tifosi confondono il calcio reale con il fantacalcio. Ci sono 85 milioni di tifosi del Napoli nel mondo, 15 solo negli Stati Uniti. Io sento di essere amato dai più, criticato solo da una minoranza di ultras che spesso esagera».

L’aneddoto che incorona De Laurentiis

Ma il passaggio più curioso dell’intervista, specialmente per i tifosi bianconeri, è stato senza dubbio il racconto di un aneddoto legato proprio alla Vecchia Signora e a un incontro inaspettato con un suo tifoso. De Laurentiis ha svelato un episodio avvenuto «tanti anni fa» all’aeroporto di Torino, un momento che, a suo dire, gli ha dato la misura di come la sua figura fosse percepita anche al di fuori dei confini partenopei, come simbolo di una presidenza “diversa”. Un riconoscimento inaspettato in “territorio nemico”.

L’ANEDDOTO SUL TIFOSO JUVE – «Tanti anni fa, all’aeroporto di Torino, un tifoso juventino mi chiese una foto e un autografo. Gli dissi: ‘Ma tu non sei juventino?’. Mi rispose: ‘Sì, ma noi un presidente come lei non ce l’abbiamo’. Quelle parole mi fecero piacere: vuol dire che rappresento una diversità».

Questa risposta, come ammesso dallo stesso De Laurentiis, lo colpì molto. Ricevere un attestato di stima da un tifoso della squadra rivale per eccellenza fu, per lui, la conferma della bontà del suo percorso e della sua unicità. In quelle parole, il presidente del Napoli ha letto il riconoscimento della sua “diversità” nel panorama calcistico italiano: un presidente-padrone, un “imprenditore” vulcanico, spesso polemico, sempre controcorrente e forse, per certi versi, più “viscerale” rispetto a figure più istituzionali o a proprietà straniere. Un aneddoto che De Laurentiis ha voluto ricordare con evidente orgoglio, quasi a sottolineare come il suo modo di gestire il club, pur attirandogli le critiche di una frangia del suo stesso tifo, sia un modello apprezzato anche da chi, sportivamente, lo vede come un avversario. Un curioso incrocio di stima, inaspettato, nel cuore del territorio rivale.

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