Calcio e Finanza
·28 de octubre de 2025
De Siervo: «La partita in Australia nasce da un’idea del Milan. Non andiamo a Perth per i soldi»

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·28 de octubre de 2025

Dopo settimane di polemiche e dichiarazioni in merito alla possibilità che Milan-Como (gara del campionato di Serie A in programma a febbraio 2026) si giochi a Perth, in Australia, sulla questione è intervenuto l’amministratore delegato della Lega Calcio Serie A, Luigi De Siervo.
«Se chiedi a un atleta se vuole fare 20 ore di aereo per giocare una partita di calcio del proprio campionato, dirà evidentemente che è una follia – ha esordito De Siervo in un’intervista a Cronache di Spogliatoio –. Se lo chiedi a un allenatore che si gioca lo scudetto o l’accesso in Champions League, anche lui proverà a resistere. Se lo chiedi alla gente, nessuno vuole rinunciare alla possibilità di andare allo stadio. Però qui si tratta di capire se vogliamo l’uovo oggi o la gallina domani. Chi sviluppa una property sportiva ha l’obbligo di pensare a 5-10 anni e dobbiamo fare né più né meno quello che hanno fatto da sempre le grandi leghe americane».
A proposito del punto a cui è arrivato l’iter di approvazione: «Per disputare una partita all’estero servono, allo stato attuale, sette autorizzazioni diverse. La Lega Serie A, in questo momento, all’interno di un percorso stabilito dalle regole attuali, ha ottenuto cinque via libera. Si sono dichiarate d’accordo le due società: il Milan e il Como. In Italia si sono dichiarate d’accordo 20 club su 20, non come in Spagna, in cui c’è stata una dinamica di contrapposizione interna. Qui tutti sono stati d’accordo, ha votato il Consiglio federale della FIGC e abbiamo ottenuto anche l’ok della confederazione europea, ovvero della UEFA. Abbiamo ottenuto anche l’ok della Federazione australiana e siamo in attesa del responso di quella che è la Confederazione asiatica, che dovrebbe esprimersi a giorni. Dopodiché l’ultima autorizzazione necessaria è quella della FIFA di Gianni Infantino, che dovrà per ultima, in qualche modo, determinare la questione».
«Dal punto di vista tecnico – ha aggiunto De Siervo –, da un’analisi profonda, non esistono motivazioni per impedire lo svolgimento di questa gara, perché se si leggono con attenzione i risultati anche della sentenza della Superlega, evidentemente gli organismi del calcio, in particolare nel caso dell’Italia, la FIFA e la UEFA hanno una serie di diritti, ma anche di doveri, nel senso che non possono impedire che si svolgano determinati aspetti che non sono vietati. In questo senso questa partita, che oggi tutti vivono come un elemento di rottura rispetto al sistema, probabilmente tra cinque anni verrà vissuta come un pallido ricordo, perché questa cosa sarà stata sdoganata».
Sulla scelta della Australia come sede: «Perché non in Arabia o America? Sono due mercati che avremmo valutato attentamente in tutti i casi. L’Australia è stata più concreta, perché è stata capace di fare un’offerta di una certa consistenza e soprattutto in un contesto in cui i club erano d’accordo. Quindi come vi ho spiegato questa cosa nasce da un’idea del Milan che però noi abbiamo assolutamente assecondato perché rispondeva a una scelta strategica».
La questione economica: «Noi non andiamo in Australia per soldi, non è questo il punto, è sbagliato. Chiaro che servano anche quelli per pagare i costi incrementati, per sopperire alla mancanza di incassi in quel giorno dello stadio di San Siro, ma non è quella la motivazione, questo è un errore, guardare il dito e non la luna. Noi cercheremo di andare in Australia, ripeto se ci saràconcesso, solo perché lì esiste una comunità di persone che non ha meno dignità dei tifosi della Curva Sud di vedere il Milan, anzi più la relazione è a distanza e più deve essere coltivata, e quindi il Milan, che peraltro è una squadra che ha giocato già due volte a Perth – sia nell’estate appena conclusa che in quella precedente ed è da lì che è nata questa opportunità – e che ci ha condotto in West Australia con questa chance».
«Tra l’altro – ha continuato l’Ad della Lega Calcio Serie A –, questa forse è una notizia che può interessare, l’offerta arriva non soltanto per il Milan, ma anche per l’Inter, cogliendo quello che per loro poteva essere un’opportunità, ovvero la chiusura di San Siro, e hanno pensato di ospitare entrambe le squadre meneghine (rivelazione anticipata da Calcio e Finanza, ndr). Ma l’Inter, per motivi organizzativi, questa opportunità l’ha declinata mentre il Milan l’ha accolta con entusiasmo, invitandoci ad approfondirla. Questa rientrava nelle strategie di una lega moderna come lo è quella spagnola, che come sapete ha provato in tutti i modi a giocare una partita negli Stati Uniti. Lì è iniziato un percorso formale, in cui le società sono state edotte in tutti i passaggi, e che potrebbe portare per la prima volta nella storia del calcio a giocare una partita dall’altra parte dell’oceano. Forse non era la scelta ideale, perché tutti noi ci rendiamo conto, come uomini di sport, della complessità e di ciò che chiediamo agli staff tecnici e anche ai tifosi e ai media, ma nulla si fa in una notte. È un tentativo di essere più vicini ai tifosi del Milan dall’altra parte del mondo. Tra l’altro è una zona di grande immigrazione italiana e quindi questo elemento tenderebbe a creare un’attenzione diversa per il calcio italiano che auspicabilmente avrà più attenzione rispetto ad altri sport».
Sulle opposizioni ricevute: «Io credo che nessuno volesse farci giocare questa partita, né la FIFA né la UEFA. Ma noi siamo persone che rispettano le regole e riteniamo di avere il diritto di farlo. E quindi è molto difficile per queste istituzioni trovare un’argomentazione tecnica per dire di no. Se analizzate il caso spagnolo, l’argomentazione non è tecnica. Lì si è usata una tecnica dilatoria: far perdere tempo fino ad arrivare così a ridosso dell’evento da non renderlo più attuabile. E questo è uno dei rischi che abbiamo. Ma quello che noi dobbiamo fare è avere chiaro l’obiettivo strategico».
«Oggi parliamo di una cosa piccola come la partita Milan-Como, in realtà gli scenari e le sfide internazionali sono molto più variegati e complessi, ma oggi siamo qua per quello. Su quello dobbiamo cercare di insistere in maniera corretta, seguendo le procedure. Riteniamo che possa essere detto di sì e che questa cosa possa portare un vantaggio, è un’opportunità per la Lega Serie A – conclude De Siervo –. Un’opportunità per tutto il sistema italiano di aziende che è lì, che usa questo come soft power del Paese. Questo al tifoso può interessare meno, ma il fatto di essere orgogliosamente italiani e legati al nostro calcio… A tutti noi quando viaggiamo viene chiesto del nostro calcio e quanto soffriamo oggi il fatto che siamo fuori dai Mondiali da tanti anni. Ma siamo agganciati ai risultati delle squadre italiane. Il fatto che siano conosciute, il fatto che ci siano campioni internazionali del calibro di Pulisic è un elemento fondamentale. Per esempio, quello degli USA è un altro mercato strategico potenziale. Se noi ragioniamo sempre sull’oggi, semplicemente sul piccolo problema che può generare con tutto rispetto ad Allegri o a Rabiot prendere un volo, questo è un peccato, è un peccato mortale».









































